L'azienda ha motivato la scelta con la necessità "di concentrare gli investimenti sulle strutture economicamente più sostenibili" e "riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall'impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale". Ma per i sindacalisti di Ugl non è stato mai aperto "un percorso di gestione della crisi"
Lactalis, la multinazionale agroalimentare francese proprietaria dal 2019 della Bu Castelli Specialità Dop, intende chiudere entro il primo trimestre del 2023 lo stabilimento Alival di Ponte Buggianese (Pistoia), specializzato nella produzione di prodotti caseari, e quello di Reggio Calabria. A rischio ci sono in tutto, secondo i sindacati, 150 posti di lavoro.
La Nuova Castelli (Gruppo Lactalis) motiva la scelta con la necessità “di concentrare gli investimenti sulle strutture economicamente più sostenibili” e di “riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall’impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale“. “La produzione“, conclude la nota, “non sarà delocalizzata, rimarrà in Italia e verrà affidata e assorbita da altri stabilimenti dei diversi territori italiani con lo scopo di continuare a valorizzare sui mercati nazionali ed internazionali prodotti di alta qualità ed emblema del Made in Italy”.
I sindacalisti di Unione generale del lavoro Carla Ciocci, segretario nazionale Ugl Agroalimentare e reggente di Pistoia, e Antonio Vittoria di Ugl Pistoia, a margine dell’incontro coi vertici delle risorse umane di Lactalis e Nuova Castelli hanno detto che “nessuna interlocuzione con l’azienda lasciava presagire un decisione così drastica per lo stabilimento di Ponte Buggianese da parte della prima realtà economica del settore lattiero-caseario in Italia. Sono stati traditi i lavoratori“. Infatti “Nonostante la difficile situazione degli ultimi anni che ha comportato numerosi sacrifici per 78 lavoratori Alival al fine di garantire una continuità allo stabilimento toscano, senza che Lactalis aprisse mai un percorso di gestione della crisi, ci aspettavamo finalmente la presentazione di una strategia di rilancio per Ponte”. “È inaccettabile parlare di chiusura“, proseguono gli esponenti Ugl, “quando non è stata mai richiesta nemmeno l’attivazione di un ammortizzatore sociale se non per un brevissimo periodo durante la prima fase della pandemia”.
Oltre all’interruzione delle attività produttive nell’azienda toscana, la razionalizzazione del numero degli stabilimenti richiesta da Lactalis colpirà anche quello di Reggio Calabria. Ugl sottolinea che è “drammatica la dimensione sociale degli impatti prodotti dalla ristrutturazione della società Alival, insieme allo stabilimento toscano, Lactalis ha annunciato la chiusura del sito produttivo di Reggio Calabria e tre esuberi a Borgo Santa Rita di Grosseto, per un totale di oltre 150 lavoratori direttamente coinvolti“.
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno chiesto una convocazione urgente al Ministero dello sviluppo economico per l’apertura di un tavolo di crisi per Bu Castelli.