Quarantamila turisti di troppo che dormono a Venezia, una città di appena 50mila abitanti? Ma dove li hanno nascosti, chi li ha ospitati, quante attività non dichiarate sono operative, in barba al fisco e agli obblighi di denuncia alla Questura? La domanda si è posta con le vacanze di Pasqua quando la “Smart control room” del Comune di Venezia ha scoperto che alle 4 della notte del Sabato Santo le presenze di non residenti, quindi di turisti o visitatori, erano 101mila, di cui circa 6mila al Lido, gli altri nel centro storico lagunare. Siccome le strutture recettive, tra alberghi, affittacamere e B&B arrivano a 60mila unità, il conto della differenza è presto fatto. Il Comune si è affrettato ad assicurare che farà controlli, la guardia di Finanza ha drizzato le antenne, l’Agenzia delle Entrate pure.

Una città abusiva che si aggiunge alla città reale, ben oltre la soglia del sold out dei posti-letto ufficiali? Per capire come si è arrivati a questo calcolo, che però sembra destinato ad essere ridimensionato di molto, bisogna sapere che a Venezia è operativa una sala di controllo dei flussi d’avanguardia. Da un punto di vista tecnologico è stata allestita dalla società Venis, operativamente viene gestita dalla Polizia Municipale. Grazie alla tracciatura dei telefoni cellulari che ormai ognuno si porta addosso, nonché alle immagini proposte da 400 telecamere installate nella città, ai sensori installati nei canali e nelle calli, gli operatori sono in grado di sapere, in tempo reale, quante sono le persone presenti. Una trentina di persone seguono l’andamento di giorno e di notte.

La centrale si trova sull’Isola del Tronchetto, all’ingresso di Venezia. Per fare un esempio, il 22 aprile 2022 a mezzogiorno in punto si trovavano in città circa 80mila persone non residenti o pendolari. Si tratta di visitatori per le ragioni più svariate (soprattutto studio, affari o attività economiche) e di turisti. Insomma, tutti coloro che non vivono a Venezia o non ci vanno con cadenza da pendolari, con arrivo al mattino e rientro in terraferma nel pomeriggio o alla sera. È da lì che è stato rilevato il dato dei 40 mila “portoghesi” della notte che precedeva la Pasqua.

Secondo il Comune di Venezia una spiegazione c’è. “Nel weekend di Pasqua in tanti sono tornati a casa. – spiega Alessandro Bertasi, portavoce del sindaco Luigi Brugnaro – Altri sono andati in visita da parenti o conoscenti. Gli studenti possono aver ospitato amici venuti da lontano. Ci sono poi i proprietari di seconde case, che non sono pochi. Di sicuro le celle telefoniche erano in sovrannumero, ma questo non significa che ci si trovi di fronte a un fenomeno illegale di tale portata”. Eppure il comandante della guardia di Finanza del Veneto, il generale Giovanni Mainolfi, ha dichiarato: “Numeri così elevati, devono assolutamente preoccupare, è un sommerso che impone controlli a tappeto”. In realtà le Fiamme Gialle hanno attivato una task force per stanare chi affitta case senza denunciarlo. Con quei numeri relativi ai flussi, l’evasione potrebbe essere colossale. Il Comune e la Finanza, prima della pandemia, incrociando i dati avevano scoperto un centinaio di strutture ufficialmente non esistenti. Anche perché è attivo il monitoraggio degli annunci pubblicitari in rete e delle offerte di camere e posti letto.

Il tema non è di poco conto perché il mancato controllo dei flussi turistici era una delle contestazioni avanzate dall’Unesco che voleva mettere Venezia nella black list delle realtà incapaci di salvaguardare il patrimonio culturale dell’umanità che rappresentano. Un anno fa il sindaco Brugnaro e il ministro dei beni e le attività culturali Dario Franceschini avevano assicurato che le misure in corso di adozione serviranno a tenere sotto controllo la situazione. Tra queste è stato ora rispolverato il ticket da pagare o la prenotazione per arrivare a Venezia per turismo. È annunciato per i prossimi mesi o per l’inizio del 2023. Per attuarlo serve però un controllo degli arrivi e delle partenze, che la “Smart control room” vuole assicurare. Ad esempio, a Pasqua si è accertato che il 20 per cento dei turisti stranieri erano tedeschi, il 6 per cento americani, il 12 per cento inglesi e francesi.

L’assessore comunale Michele Zuin spiega: “Avremo un portale unico a gestire le prenotazioni, ognuno riceverà un Qrcode da esibire (in stile green pass, ndr). Siamo già in contatto con gli hotel: interfacciandoci con il loro sistema di booking saremo in grado di fare arrivare ai loro ospiti le comunicazioni del caso come l’esenzione al contributo di accesso”. Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, ha commentato: “Che ci siano stati ventimila turisti fantasma non mi stupisce, sono numeri plausibilissimi, a mio avviso è una stima per difetto: sono anche di più. Nei mesi di lockdown e zone rosse, molte strutture dell’extra-alberghiero si sono cancellate, ma hanno davvero chiuso?”.

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