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Politica - 24 Aprile 2022
Articolo Uno-Pd, prove di intesa. Bersani: “Serve novità politica, non ammucchiate”. Speranza: “C’è terreno comune, unirsi per cambiare”
La frattura può ormai essere ricucita. A distanza di cinque anni dalla scissione dal Partito democratico del 2017, ai tempi della segreteria Renzi, l’ex sinistra dem di Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza torna in direzione Nazareno. O meglio, le strade sono pronte a riunirsi. Un riavvicinamento che però, avvertono dal congresso di Articolo Uno a Roma, non potrà tradursi in un ritorno al passato. “Il cuore è la questione sociale, cioè il lavoro e il reddito delle persone. Il campo progressista ha un senso se dà risposte su questo terreno. Tra PD, M5s e noi credo ci sia un terreno comune. Su questo mi pare che siano uniti”, ha spiegato il riconfermato segretario di Articolo uno, Roberto Speranza. E ancora: “Enrico Letta ha sicuramente fatto un passo avanti importante. Quella frattura del ’17-’18 è superata. Non è superata la frattura tra tutti noi, non solo il Pd, c’è un pezzo di popolo che non crede più nella sinistra. Unirsi sì, con coraggio e senza paura, ma per cambiare, perché se non si cambia non prendiamo quelle persone che sono la vera frattura”, ha continuato Speranza.
Tradotto, per Articolo Uno non serve “un’operazione politicista”, perché, come avverte pure Bersani, “serve una novità politica, anche programmatica”: “Non bastano le ammucchiate. Bisogna muovere un po’ di quel 40% che dice che non sa se e perché andrà a votare, altrimenti ci sarà poco da fare”.
Ma se l’alleanza, dopo il congresso, è più forte tra Pd e l’ex sinistra del partito, non è chiaro se questo evolverà in una federazione o in nuovo soggetto: “Valuteremo passo dopo passo, quel che è certo è che c‘è un terreno comune su cui lavorare”, ha preso tempo Speranza. “A Bersani dico che abbiamo bisogno di costruire una forte offerta progressista, molto netta, da qui al 2023 quando ci saranno le elezioni Politiche. Non c’è da aspettare o chiedere, bisogna fare una battaglia sui temi. L’unità bisogna farla con gli elettori, non sulle sigle”, ha replicato il vice segretario dem Giuseppe Provenzano.
Tradotto, ci sarà ancora da lavorare. Così se Bersani ha avvertito come la comunità di Articolo Uno sia pronta nel caso di “novità” sul piano politico, allo stesso modo in caso contrario saranno “valutate le alleanze”. Anche perché oltre all’intesa ritrovata con il Partito Democratico, tra gli alleati c’è anche il Movimento 5 Stelle, considerato anche il rapporto stretto instaurato con Giuseppe Conte, accolto tra gli applausi di delegati e gruppi dirigenti e in piena sintonia sui temi, da quelli del lavoro al salario minimo, fino all’Ucraina e al nodo delle armi.
“A cosa portano gli attacchi continui e denigratori a Conte, se non ad aprire strade alla destra? Bisogna che anche il campo democratico si prendano le loro responsabilità, perché la destra arriva”, ha avvertito lo stesso Bersani.
Certo, le distanze nel campo progressista si sono ridotte, dopo giorni di tensioni. In attesa di capire in che modo si riuniranno Pd e Articolo Uno, considerata anche la consapevolezza che non tutti, nel Partito democratico, soprattutto tra gli ex renziani, saranno pronti ad accettare il ritorno degli ex dem.