Cinema

Milena Vukotic ricorda Ugo Tognazzi: “Un attore gigantesco, inventava cose e ridevamo tutti”. E racconta gli aneddoti sul set

L’attore appariva diverso dall’uomo? E com’era lavorare insieme all’artista scomparso nel 1990 a 68 anni? Lo abbiamo chiesto all'attrice di cinema, teatro e TV il cui percorso artistico ha intersecato più volte quello di Tognazzi, di cui quest'anno ricorrono i cento anni dalla nascita

di Marco Ferri

Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita di Ugo Tognazzi, l’attore cremonese protagonista di innumerevoli pellicole di successo, alcune delle quali appartengono alla memoria collettiva. Ma l’attore Tognazzi appariva diverso dall’uomo? E com’era lavorare insieme all’artista scomparso nel 1990 a 68 anni? Lo abbiamo chiesto a Milena Vukotic, attrice di cinema, teatro e TV il cui percorso artistico ha intersecato più volte quello di Ugo Tognazzi. Chi non la ricorda nei panni di Alice, la moglie sottomessa del conte Raffaello “Lello” Mascetti di “Amici miei”?

Prima dell’esordio di “Amici miei” di Monicelli nel 1975, lei aveva già lavorato con Ugo Tognazzi?
Sì, avevamo già lavorato insieme in “Venga a prendere il caffè da noi”, diretto da Alberto Lattuada nel 1970 e basato sul romanzo La spartizione di Piero Chiara. È lì che ci siamo conosciuti per la prima volta. Quel lavoro pareva scritto appositamente per noi, perché raccontava la storia di un uomo che entra nelle vite di tre zitelle. Né io, né le altre due interpreti femminili di quel film, Francesca Romana Coluzzi e Angela Goodwin, conoscevamo Tognazzi. Ma nonostante ciò siamo entrati subito in una dimensione familiare, perché il film portava continuamente a delle situazioni collegate alla casa dove vivevano le tre zitelle.

E com’era il vostro rapporto con Ugo?
Fu un incontro giocoso sin dall’inizio. E si è via via sempre più sviluppato in un rapporto molto umano e allegro, fino alla fine della lavorazione del film.

E poi?
Poi ci siamo separati e dopo qualche anno abbiamo dato vita a un…matrimonio cinematografico sul set di “Amici miei” di Mario Monicelli. Io sono stata la moglie del conte Lello Mascetti nei primi due film della trilogia.

Da Lattuada a Monicelli: avete sempre lavorato con grandi registi…
Eh sì. Ma i film erano molto diversi tra loro così come gli impegni personali. In “Amici miei” io ero la moglie disgraziata e non avevamo molte scene insieme. In “Venga a prendere il caffè da noi” c’era più possibilità di dialoghi, di occasioni in comune. In “Amici miei” invece la nostra comunicazione era ridotta perché “Amici miei” era.. “Amici miei” e la famiglia del personaggio che interpretava Tognazzi erano i suoi amici. Ciò nonostante tra noi c’era sempre molto rispetto e affetto, tanto che quando abbiamo finito di girare il film l’ho chiamato per chiedergli di aiutarmi in una questione di lavoro e lui fu molto affettuoso, molto incoraggiante nei miei confronti.

Perché, che cos’era successo?
Capita, talvolta, che a volte non si sa bene cosa fare, cioè come comportarsi con gli agenti di spettacolo, allora l’avevo chiamato per un consiglio e lui si dimostrò molto premuroso, cercò di aiutarmi. Però non posso dire di averlo frequentato di più. Mentre Paolo Villaggio è stato più un amico con cui ci vedevamo spesso, con Tognazzi era un rapporto molto amichevole, ma non più di tanto, perché sul lavoro abbiamo avuto occasioni d’incontro più sporadiche.

Ma lei ha qualche ricordo personale di Tognazzi fuori dal set?
Il primo che mi viene in mente è riferito a un nostro incontro casuale a Firenze, diversi anni dopo il secondo film di “Amici miei”. Eravamo nello stesso albergo, ci siamo incrociati e lì mi disse: ‘Ah, beata te che fai cinema’ perché lui in quel momento stava facendo teatro e non era molto felice. In quell’occasione parlammo di varie cose. Erano passati tanti anni dall’ultima volta che ci eravamo incontrati e dai suoi discorsi traspariva che il cinema gli mancava molto.

Torniamo al Tognazzi attore. Era rispettoso del copione oppure spesso ci metteva del suo?
Era abbastanza disciplinato per quanto riguarda i dialoghi, ma ogni tanto inventava delle cose, sempre all’insegna della comicità. Mi ricordo anche momenti di ilarità generale durante i quali dovevamo fermarci perché non si poteva più andare avanti. Ridevamo tutti. E poi lui ci teneva moltissimo alla sua arte culinaria: alla fine del film lui organizzò una cena molto ricercata, alla quale sin da subito dimostrò di tenerci molto. E questo era un po’ il suo vezzo. Poi ci sarebbero altre cose carine…

Se ne ricorda qualcuna?
Durante la lavorazione di un film, non ricordo quale, giravamo scene in esterni. Dal fondo della strada apparve Maria Sole, figlia di Ugo, che all’epoca doveva avere 6-7 anni. In quel momento lui s’illuminò in volto, nonostante la scena richiedesse un atteggiamento serio. E quella situazione mi rimase in mente. Ho anche un altro ricordo, legato al film “La terrazza” di Ettore Scola.

Me lo racconta?
In quella pellicola interpretavo la moglie di Jean-Louis Trintignant e Ugo era il marito di Ombretta Colli. Su questa terrazza dove giravamo c’erano dei lunghi momenti di pausa e mi ricordo di uno scherzo terribile che Tognazzi faceva, da ragazzaccio proprio. Dal momento che eravamo tutti lì ad aspettare il nostro turno per girare le scene, lui aveva un mano un piccola bottiglietta di plastica con lo spruzzo con dell’acqua dentro. Lui andava alle spalle di un’attrice, che era pronta per girare, e mentre questa stava chiacchierando con qualcuno, lui le andava vicino, faceva un grande starnuto finto e lasciava partire lo spruzzo nel collo. E questa poveraccia improvvisamente si girava e dietro c’era lui… Ecco lui faceva questi scherzi da ragazzaccio perché sentiva il bisogno di allentare la tensione.

Però lei porta un buon ricordo di Ugo Tognazzi?
Sì, molto. Perché è legato a dei momenti felici di lavoro. E poi ho questi piccoli aneddoti che me lo lasciano nella memoria in modo sereno. Anche se va sottolineata l’enorme bravura di Ugo, un attore gigantesco che era capace di trasformarsi in pochi attimi, perché aveva una sua originalità unica. Non era solo un comico, era un attore a tutto tondo.

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