“Chiediamo una regolamentazione delle chat tra genitori e insegnanti e tra insegnanti stessi e studenti. Sono diventate uno strumento diabolico, di cui contestiamo soprattutto la pervasività. Non è un caso che un famoso vignettista abbia fatto la rappresentazione dell’inferno dantesco mettendo nell’ultima bolgia la chat dei genitori“. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione “I padri eterni” (Radio24) da Mario Rusconi, presidente dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi di Roma), che, anche a nome dell’Anp del Lazio, di cui è vicepresidente, chiede una revisione del codice deontologico per la scuola e annuncia la proposta di un convegno a ottobre, in modo che l’iniziativa sia estesa a livello nazionale.
Rusconi cita qualche aneddoto: “Ci sono genitori che scrivono al professore: ‘Perché avete spiegato a mio figlio la perifrastica passiva con un mese di ritardo rispetto al figlio del mio amico?’. Oppure: “Perché avete messo 7 al compito di mio figlio quando ha fatto gli stessi errori del suo compagno di banco?’. C’è un florilegio di centinaia di messaggi di questo tipo. Noi abbiamo tutto l’interesse che ci sia una comunicazione con gli studenti e i loro genitori – conclude – ma va regolamentata e deve rientrare in un ambito strettamente professionale. Non dev’essere un’invasione, né tantomeno una sovrapposizione sulla professionalità del docente. Se ci sono genitori che intervengono in maniera abnorme sulla chat scolastica, quella stessa chat va bloccata, perché non è possibile farsi il sangue cattivo con queste intromissioni negative, che poi non hanno alcun effetto sulla formazione dei ragazzi che loro ci mandano a scuola”.