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25 aprile, perché Mattarella ha celebrato la Liberazione ad Acerra: la storia della strage nazista dopo l’insurrezione dei cittadini

L'eccidio della città campana dell'inizio di ottobre del 1943 è stata a lungo dimenticata nonostante l'alto numero di vittime che ne fa il massacro più sanguinoso in Campania dopo le 4 giornate di Napoli. Ecco come andò

“Scontro con bande italiane ad Acerra. L’area è stata completamente distrutta e gli abitanti sterminati”. Il rapporto della divisione Hermann Göring, con il suo tono burocratico-amministrativo, è una confessione. La dichiarazione impunita dell’eccidio appena compiuto dall’esercito nazista ad Acerra, in provincia di Napoli, dove oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato la festa della Liberazione. Una strage, quella avvenuta tra il primo e il 3 ottobre 1943, a lungo dimenticata nonostante l’alto numero di vittime civili (88) che ne fa il massacro più sanguinoso in Campania dopo le quattro giornate di Napoli, di fine settembre di quell’anno. Come nel caso di altre stragi di civili compiute dall’esercito di Adolf Hitler, anche questa si inserisce nella difficile ritirata tedesca, resa più complicata da episodi di resistenza anche civile. Fu quindi probabilmente una rappresaglia punitiva ed “esemplare“, un messaggio diretto alla popolazione civile.

L’eccidio – nel quale morirono donne, anziani, ragazzi, bambini – fu l’ultimo atto di un mese di violenze, saccheggi, stupri, razzie, rastrellamenti ai quali la popolazione reagì in massa, dando vita a una forma di resistenza organizzata e provocando il ferimento di un soldato tedesco. La reazione dei nazisti – come ricostruisce l’Atlante delle stragi nazifasciste – si scatenò la mattina del primo ottobre.

Il centro storico della città fu dato alle fiamme a cominciare dagli edifici nobiliari. Nell’opera distruttiva delle truppe naziste morirono molte persone. Gli uomini furono catturati e avviati alla deportazione nei campi di concentramento. Il vescovo Nicola Capasso intervenne per mediare, ma fu messo tra i rastrellati. Stessa sorte ebbe un prete che non aveva interrotto la funzione dopo l’ingresso in chiesa dei nazisti. Altri provarono a mediare: c’è il caso di Ignazio Laudando, che offrì il pranzo ad alcuni soldati tedeschi: loro gli incendiarono casa e lo uccisero insieme ad altre persone.

La strage non si fermò con la fine di quel primo ottobre. La mattina del 2 una delle due bande partigiane attive in città si mise in azione contro una motocarrozzetta tedesca. I soldati scapparono ma poi ritornarono con i rinforzi. La popolazione, incitata da un comandante partigiano, insorse. Nel centro del paese furono alzate barricate con trattori, carri e altri mezzi soprattutto agricoli per impedire il passaggio dei mezzi nemici. I tedeschi fecero fuoco sulla folla con carri armati e mitragliatrici sulla strada principale, nei cortili, nelle abitazioni. Alcune delle vittime furono passate per le armi con esecuzioni sommarie, colpi di pistola alla nuca o fucilazioni.

Per l’atto eroico dei suoi cittadini il Comune di Acerra è stato insignito della medaglia d’oro al merito civile.