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25 aprile | “Qui a Stazzema la strage di civili fu il banco di prova del nuovo modo di fare la guerra, l’Ucraina riapre le nostre ferite”. Il superstite: “Ora ho il terrore che il conflitto si allarghi”

Enio Mancini è uno degli ultimi superstiti ancora in vita della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, Claudia Buratti è nipote di diverse vittime dell’eccidio che coinvolse 560 civili inermi. “Fu il banco di prova di un nuovo ‘metodo’ di guerra, contro i civili e senza leggi – spiega a ilfattoquotidiano.it Buratti, che è anche l’avvocata che ha rappresentato le famiglie delle vittime e i superstiti al processo per individuare i responsabili – Certamente le immagini che arrivano dall’Ucraina in questi giorni riaprono per noi delle ferite per gli inevitabili richiami alla barbarie vissuta dai nostri familiari per opera dei nazisti e dei fascisti che li aiutavano”.

Per Buratti come per Mancini è inevitabile sentirsi più coinvolti di altri in tutte le vicende di guerra e “sostenere la popolazione civile ucraina che sta subendo un attacco unilaterale e si difende”. Da testimoni di quello che avvenne a Sant’Anna di Stazzema l’invito non può che essere quello “a insistere in tutti i modi sui canali diplomatici e sul dialogo, anche quando questo sembra impossibile e cercare i modi più efficaci per sostenere sempre chi si difende e resiste a un’occupazione, perché non può esistere una pace duratura se non si basa su criteri di giustizia”.