A distanza di 36 anni esatti dall’incidente di Chernobyl – avvenuto il 26 aprile 1986 – il tema della sicurezza nucleare torna al centro della discussione in Europa: il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi, ha visitato oggi l’area della centrale e dichiarato l’occupazione russa dell’area “molto, molto pericolosa“. Il livello di radiazioni dalla centrale nucleare è tornato a livelli “normali”, dopo che era “salito a causa dei movimenti di equipaggiamenti pesanti delle forze russe“.
Grossi guida una missione di esperti che ha l’obiettivo di consegnare equipaggiamento, condurre valutazione radiologiche e ristabilire i sistemi di monitoraggio delle salvaguardie. “Noi riaffermiamo il nostro impegno per i massimi standard di sicurezza nucleare e sosteniamo gli sforzi dell’Aiea per fornire assistenza, su richiesta del governo ucraino”, e “chiediamo alla comunità internazionale di avviare una riflessione immediata su come migliorare gli strumenti esistenti per proteggere i siti nucleari in contesti di guerra”.
Anche l’Unione Europea ha espresso preoccupazione per l’attività militare russa vicino alle centrali nucleari ucraine: in una nota congiunta Josep Borrell, Alto rappresentante per la Politica Estera Ue e Kadri Simon, commissaria per l’Energia, hanno ribadito “la massima preoccupazione per i rischi per la sicurezza nucleare provocati dalle recenti azioni della Russia nell’area dell’impianto”. “L’occupazione illegale e l’interruzione delle normali operazioni come il blocco della rotazione del persone” hanno aggiunto i rappresentanti europei, “ha minato la sicurezza delle operazioni negli impianti nucleari in Ucraina, aumentando in modo significativo il rischio di incidenti mettendo a rischio la sicurezza nucleare nel nostro continente”. Borrell e Simon hanno quindi chiesto a Mosca di “restituire alle autorità ucraine il controllo dell’area di Zaporizhzhia” – area in cui si trova la centrale più grande d’Europa, e di “astenersi da altre azioni contro istallazioni nucleari”.
Per Yurii Fomichev, sindaco di Slavutych – città satellite di Chernobyl – “non possiamo sapere cosa c’è nella testa dei russi. Non potevamo aspettarci che si impadronissero delle centrali nucleari. E fino a quando a Mosca non cambierà il sistema, la nostra regione sarà sempre in pericolo. Siamo ancora sotto la minaccia dell’invasore”. Nonostante il coprifuoco notturno imposto in tutto il Paese, Slavutych ha scelto di ricordare le vittime dell’incidente nucleare avvenuto 36 anni fa con un minuto di silenzio alle 00.23, ora esatta dell’esplosione del 26 aprile 1986, davanti al tetro memoriale al lato della piazza. Le forze russe hanno lasciato l’impianto a fine marzo, portandosi via materiale radioattivo, computer, e alcuni lavoratori dell’impianto: “Durante l’occupazione russa”, hanno raccontato all’Ansa dal municipio di Slavutych, “la centrale è stata lasciata per 6 giorni senza corrente elettrica e i tecnici costretti a lavorare anche 600 ore di fila senza turnazione. “La situazione era molto pericolosa”.