Dopo oltre un mese di emergenza da Covid-19 in corso a Shanghai, l’allarme per un nuovo lockdown si estende a Pechino: la capitale ha avviato oggi i test di massa anti-Covid, oltre che per il distretto centrale di Chaoyang, in altri 10 distretti della capitale. Il governo punta alla copertura di 20 dei 23 milioni di residenti totali, mentre la popolazione teme un lockdown rigido come quello in vigore a Shanghai, dove si consuma il peggior focolaio di tutta la Cina: con 52 nuovi decessi, a Shanghai le infezioni da Covid-19 sono scese a 17.000 (dalle circa 19.500 di domenica).
Le autorità di Pechino hanno assicurato ieri 25 aprile che la Cina “non si rilasserà” nella lotta al coronavirus, e che “bloccherà l’avanzata della variante Omicron“: Wang Wenbin, il portavoce del ministero degli Esteri, ha dichiarato che il Paese “non cederà: vinceremo sicuramente e daremo maggiori contributi al mondo”.
Risale a domenica la programmazione dei tre test anti-Covid obbligatori per ciascun residente nel distretto di Chaoyang – che interessa 3,5 milioni di persone, ordinanza che ha fatto scattare l’allarme per il timore dell’introduzione di un nuovo lockdown: nonostante le rassicurazioni delle autorità cittadine, mentre nei quartieri occidentali venivano chiusi ristoranti, locali e cinema, i cittadini di Pechino hanno creato lunghe code davanti a supermercati per aumentare le scorte di cibo e ai centri provvisori per i test di massa decisi dalle autorità sanitarie.
Di fronte ai supermercati in particolare, sono comparse file già dalle prime ore del mattino di lunedì, organizzate con ingresso scaglionato per evitare la folla e rispettare il distanziamento anti-contagio. Nelle 5 strutture commerciali visitate dall’Ansa, tra cui il grande mercato alimentare di Sanyuanli, scaffali e bancarelle erano sotto pressione soprattutto per verdura fresca e patate, mentre sulle app di consegna di generi alimentari molti altri articoli sono andati esauriti già domenica. Intorno ad un’area del distretto centrale, hanno riferito le autorità locali, sono state innalzate le misure di prevenzione col divieto ai residenti di lasciare l’area. Pechino, inoltre, ha imposto controlli rigidi sull’ingresso in città: tutti i viaggiatori sono obbligati a sottoporsi a un test anti-Covid entro le 48 ore dall’arrivo. Dai primi screening sono emersi 22 casi di Covid. Per le autorità locali “la situazione rimane complicata, in una fase critica del contenimento”, ha detto Yang Beibei, numero due di Chaoyang. “Prevediamo un’azione immediata per rispondere al rilevamento del virus e procederemo con i tamponi per frenarne la diffusione”.