Mentre il resto d’Europa non riesce a risolvere il dilemma dell’embargo alle importazioni energetiche dalla Russia – la proposta formale del sesto pacchetto di sanzioni potrebbe slittare alla prossima settimana – Spagna e Portogallo si preparano a introdurre un tetto di 40 euro a megawattora al prezzo del gas per abbassare il costo delle bollette. Martedì la Commissione europea ha dato infatti via libera formale alla richiesta avanzata dai capi dei due governi Pedro Sanchez e Antonio Costa durante il Consiglio europeo di fine marzo e accettata in nome della cosiddetta “eccezione iberica“, legata al fatto che i due Paesi producono un’alta percentuale di elettricità da fonti rinnovabili, hanno scarse interconnessioni energetiche con il resto della reta europea e grazie a sette rigassificatori non dipendono dall’import via gasdotto. Madrid e Lisbona ottengono così un’arma per far fronte all’inflazione galoppante e a costi energetici che stanno costringendo alcune imprese alla chiusura temporanea. Nulla di fatto invece per l’Italia: la proposta Mario Draghi di un prezzo massimo fissato a livello europeo non è riuscita a superare i veti dei Paesi del Nord Europa, che temono rappresaglia da parte di Mosca nonostante il forte potere negoziale della Ue, che è di gran lunga il più grande importatore di gas.
I ministri dell’Ambiente dei due Paesi, Teresa Ribera e Duarte Cordeiro, hanno annunciato l’accordo in conferenza stampa a Bruxelles dopo un incontro con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. Il tetto varrà per 12 mesi: inizialmente sarà fissato a 40 euro a megawattora, contro i 30 proposti inizialmente da Madrid e Lisbona, per poi salire progressivamente in modo che la media nel periodo di applicazione del provvedimento si attesti a 50 euro contro i 90 registrati oggi al mercato Ttf di Amsterdam. La misura comporterà comunque, sottolinea El Pais, un calo “sostanziale” del prezzo sul mercato elettrico all’ingrosso rispetto attuali oltre 200 euro: il risparmio sarà si tratterebbe di circa 130 o 140 euro al MWh, considerando anche il prezzo delle quote di emissione di Co₂. La bolletta elettrica dei consumatori spagnoli che hanno una tariffa regolamentata dovrebbe così diminuire del 40%.
L’intesa punta a “rafforzare la tutela dei consumatori che hanno un livello più elevato di esposizione all’evoluzione del mercato elettrico all’ingrosso, dissociando il prezzo del gas naturale dalla formazione dei prezzi”. Arriva dopo lunghe e complicate trattative con Bruxelles. Sono state settimane di “comunicazione intensa e costruttiva e di lavoro complicato e duro” tra Madrid, Lisbona e Bruxelles, ha evidenziato Ribera, spiegando che i dettagli tecnici per la finalizzazione dell’accordo sono ora in mano ai servizi dell’esecutivo Ue. L’auspicio di Madrid è che il lavoro venga portato a compimento “nei prossimi giorni” per approvare l’intesa al “Consiglio dei ministri la prossima settimana” e “attuarla immediatamente”.
Per cercare di evitare ricadute sulla vicina Francia – uno dei grandi timori della Commissione dall’inizio della trattativa -, Madrid e Lisbona a quanto si apprende istituiranno una doppia asta: verrà fissato un prezzo che regolerà gli scambi internazionali e poi verrà stabilito un secondo prezzo che sarà valido solo sulla penisola iberica. “La Commissione europea ha chiesto di essere flessibili con le interconnessioni energetiche con la Francia, ma si è impegnata a essere più attiva nel portare avanti gli obiettivi di interconnessione” della penisola con l’intera Ue, ha aggiunto Ribera, auspicando che sia ora avviato un dibattito su come ripensare l’intero mercato elettrico europeo.