Un gruppo di 15 scout di Scandicci (Firenze) è stato soccorso domenica, 24 aprile, da due squadre del Soccorso Alpino e Speleologico delle stazioni del monte Corno alle Scale (Bologna). Erano rimasti bloccati sul Passo dello Strofinatoio – a 1847 metri di altitudine sul crinale che divide la Toscana dall’Emilia Romagna – dopo che una bufera di neve li ha colti alla sprovvista. Tre di loro, due ragazze di 18 anni e una ragazza di 17 anni sono state portate all’ospedale di Porretta per una ipotermia severa.

I giovani e un’accompagnatrice erano partiti dal Rifugio Montanaro, nel comune di San Marcello Pistoiese, diretti – nonostante il peggioramento del meteo – al Rifugio Duca degli Abruzzi, collocato sul versante emiliano del comprensorio.

Con l’arrivo della neve, i scout si sono dovuti fermare per la scarsa visibilità, per il freddo e il timore di finire su dei salti di roccia. Hanno contattato il 112, numero unico d’emergenza, e verso le 13, i soccorritori con un’unità cinofila hanno iniziato ad avvicinarsi alla zona indicata mentre due ambulanze del 118, un’automedica e un pulmino si sono recati all’ambulatorio delle Polle (Modena).

Il gruppo di scout, raggiunto dal personale del Soccorso alpino dell’Emilia-Romagna, è stato poi visitato dal medico che ha constatato le condizioni fisiche critiche delle tre ragazze. Gli altri giovani sono stati caricati dal pulmino della Croce Rossa e dai mezzi del Soccorso Alpino e portati presso la sede della Croce Rossa di Lizzano (Bologna), in attesa dei loro genitori. Presenti sul posto anche i Carabinieri, sempre di Lizzano.

Per Mauro Ballerini, tra i primi soccorritori ad arrivare sul posto, domenica intorno alle 13,30, i 15 ragazzi e ragazze “hanno rischiato molto, non credo se ne siano resi conto – spiega a Repubblica – la situazione era critica, scarsa visibilità, vento a 100 chilometri l’ora, neve e grandine. Condizioni impraticabili per gli esperti, figuriamoci per degli scout“.

“Quando li abbiamo visti con quei pantaloncini, con quelle giacche leggere, stentavamo a crederci – spiega il soccorritore – abbiamo subito recuperato coperte e piumini e bevande calde, erano quasi congelati“. “Rispetto il mondo degli scout – conclude Ballerini – ma negli anni questi casi si stanno ripetendo spesso. Troppa superficialità nello scegliere i percorsi, la montagna è piena di insidie e non si può affrontare con leggerezza. Quelle divise possono andar bene d’estate, non certo in questo periodo dell’anno”.

Secondo Alessandro Bini, presidente del Cai di Maresca – intervistato dal Corriere, la disavventura dei ragazzi poteva essere evitata: “Li avevamo incrociati la mattina al rifugio Montanaro, in Toscana, e avevamo cercato di farli desistere perché sapevamo da quattro giorni che era prevista neve. Loro ci hanno risposto con leggerezza e sono partiti lo stesso”.

Bini e i colleghi avevano fatto lo stesso percorso nelle prime ore del mattino “per approfittare degli unici momenti di meteo nuvoloso ma praticabile perché era stata diramata un’allerta meteo, con neve a 1.300 metri“.

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