La Germania fornirà armi pesanti all’Ucraina. Il no del cancelliere tedesco Olaf Scholz all’invio di carri armati a Kiev non ha retto alle crescenti pressioni degli Stati Uniti, ma anche nella coalizione di governo. La ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, ha spiegato che Berlino è pronta a consegnare circa 50 carri armati contraerei del tipo Gepard. L’annuncio, non a caso, è arrivato proprio durante l’incontro promosso nella base aerea americana di Ramstein, in Germania, dal segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin. “Stiamo lavorando assieme ai nostri amici americani all’addestramento dei militari ucraini nell’uso di sistemi di artiglieria sul suolo tedesco”, ha affermato Lambrecht. Sottolineando la decisione appena annunciata di consegnare carri antiaerei a Kiev, la ministra della Difesa ha spiegato che le azioni di Vladimir Putin in Ucraina hanno fatto sì che la Russia si sia “congedata dalla cerchia delle nazioni civili”.
La svolta e le pressioni interne – Per Berlino si tratta di un momento di svolta. La politica di Scholz sulla consegna di armi pesanti, ma anche sulle sanzioni alla Russia, finora era stata improntata alla prudenza. “Non credo che l’embargo sul gas russo fermerebbe la guerra”, ha detto il cancelliere pochi giorni fa in un’intervista a Der Spiegel. Mentre per spiegare il suo freno all’invio dei carri armati ha più volte sottolineato i rischi di un’escalation del conflitto: “Faccio di tutto per evitare una terza guerra mondiale“. Oltre alle dure critiche ricevute da Kiev, la sua posizione però è stata poco apprezzata anche dai partner di governo della Spd: i Verdi e i liberali (Fdp). Ad avanzare la proposta di inviare carri armati l’11 aprile era stata la ministra degli Esteri Annalena Baerbock (Verdi), mentre dal congresso della Fdp dello scorso weekend è arrivata una chiara indicazione: “L’Ucraina ha bisogno di panzer”. I due partiti hanno più volte chiesto al cancelliere una presa di posizione più netta, mentre l’opposizione è pronta a preparare la trappola al Bundestag: l’Unione Cdu/Csu vuole presentare una propria mozione sull’invio di armi a Kiev, che rischierebbe di spaccare la maggioranza. In più, la Spd è sempre più in imbarazzo per la figura dell’ex cancelliere Gerhard Schröder, oggi amico di Putin e lobbysta di Gazprom: le accuse ai socialdemocratici di conservare amicizie pro-Mosca rischiano di pesare alle prossime elezioni regionali in Schleswig-Holstein e in Nord Reno Vestfalia.
Gli Usa e la “dottrina Austin” – Il caso Schröder è tornato prepotentemente d’attualità dopo la sua intervista, rilasciata non a un media tedesco, ma al New York Times. E proprio gli Stati Uniti sono stati i registi del summit in territorio tedesco di oggi (martedì). Il cambio di passo si è avvertito nel fine settimana, con la visita a Kiev del segretario di Stato americano Antony Blinken e di quello alla Difesa, Lloyd Austin. Uscendo per la prima volta dalle retrovie in cui era rimasto finora, il capo del Pentagono ha delineato quella che è già stata ribattezzata ‘dottrina Austin‘, fissando l’obiettivo strategico degli Usa nel conflitto ucraino, ossia sconfiggere Putin e ridimensionare la sua macchina da guerra. Questo era l’argomento al centro della discussione a Ramstein, vertice al quale hanno aderito oltre 20 Paesi, tra cui l’Italia. Gli Usa credono che l’Ucraina possa vincere la guerra “se ha l’attrezzatura giusta, il sostegno giusto”, sono le parole usate da Austin. Che aprendo il summit straordinario in Germania ha aggiunto: “L’urgenza della situazione è nota a tutti. E noi possiamo fare di più“.
Cosa manderà la Germania a Kiev – Berlino quindi ha deciso di fare di più: “Sappiamo tutti che in questo conflitto l’artiglieria è un fattore essenziale“, ha detto la ministra tedesca Lambrecht. I dettagli sulle quantità e sulle modalità della consegna dei Gepard non è ancora nota. Sicuramente, si tratta di carri armati antiaerei che la Bundeswehr, l’esercito tedesco, non utilizza più, come ha spiegato la Süddeutsche Zeitung, che ha svelato in esclusiva la decisione del governo Scholz. La società produttrice di armi Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) ha ricevuto il via libera per consegnare le sue scorte rimanenti, dopo aver restaurato i carri armati. I Gepard sono basati sul telaio del Leopard 1 e sono dotati di due cannoni da 35 mm e un radar. Come ha spiegato su Die Welt l’esperto militare Guido Schmidtke, il più grande pregio del Gepard è “la difesa antiaerea a corto raggio“. Il carro armato però può essere utilizzato anche per colpire bersagli a terra. Sempre la Süddeutsche Zeitung sottolinea che, oltre alle riluttanze del governo e del cancelliere Scholz, c’era anche un motivo pratico per cui non era stata decisa la consegna dei Gepard rimasti nei magazzini dell’industria tedesca: non c’erano munizioni disponibili. La Svizzera, infatti, ha vietato a Berlino di esportare a Kiev il materiale bellico prodotto in terra elvetica, invocando il suo status di Paese neutrale. Questo problema, spiega il quotidiano bavarese, sembra essere risolto: le munizioni sono state trovate in altri Stati, incluso il Brasile, che aveva acquistato i Gepard nel 2014 in occasione della Coppa del Mondo di calcio.
Altre possibile consegne – Se Berlino ha ceduto alla consegna dei Gepard, finora invece non ha soddisfatto la richiesta di Kiev di inviare i carri armati Marder, prodotti dalla tedesca Rheinmetall. La società la scorsa settimana ha inoltrato una richiesta di autorizzazione al ministero tedesco dell’Economia per consegnare a stretto giro 100 veicoli corazzati Marder all’Ucraina. Finora però il governo Scholz, compreso il ministero della Difesa, tiene il punto perché questi veicoli servono ancora alla Bundeswehr per garantire la difesa nazionale e gli obblighi derivante dall’adesione alla Nato. Rheinmetall ha offerto all’Ucraina anche 88 carri armati Leopard 1A5 e 20 carri armati Leopard 2, come riporta Handelsblatt. In totale i soli panzer Leopard potrebbero così essere 108. La prima decisione sull’approvazione dell’export dei mezzi spetta ora al ministero dell’Economia e Clima di Robert Habeck, ma la conferma definitiva dovrà eventualmente arrivare dal cancelliere Scholz. Habeck sarebbe favorevole, mentre Scholz manterrebbe delle riserve. Nella decisione sarebbero tuttavia potenzialmente coinvolte anche Italia e Svizzera, dove si trovano rispettivamente ora i Leopard 1A5 e i Leopard 2 indicati da Rheinmetall. Il governo di Berna, come detto, finora ha posto il veto alla consegna.