A distanza di 24 ore dal ritrovamento del corpo di Ahmed Jouider, 15 anni, scomparso a Padova la sera di giovedì 21 aprile, il pubblico ministero Andrea Girlando ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio: sul cadavere del ragazzo, recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nel fiume Brenta, non sembrano essere presenti segni di violenza. Sarà perciò l’autopsia a chiarire quali siano le cause della morte: probabilmente verrà eseguita tra domani e venerdì. Il sindaco di Cadoneghe (Padova) Marco Schiesaro, ha ricordato che nell’area in cui è stato ritrovato il corpo di Jouider, la passerella pedonale di Torre, circa 7 mesi fa è stato trovato il corpo di un altro ragazzo scomparso, di 17 anni: si trattava di Henry Amadasun, il cui cadavere è stato rinvenuto sempre in quelle acque il 29 settembre 2021.
Il corpo di Ahmed Joudier è stato rinvenuto nel centro del fiume, all’altezza della passerella pedonale fra le frazioni di Torre e Mortise dove poche ore prima era stato trovato il suo cellulare da un passante. Il ragazzo era uscito di casa giovedì scorso, poco prima delle 22.00, in sella a una bici rossa. Poi ha mandato un messaggio alla ex fidanzata: “Ho delle questioni in sospeso con alcune persone. So che morirò, o se non morirò avrò ferite gravi”.
“C’è una questione di sicurezza che non può essere ignorata. Il Comune di Cadoneghe aveva installato una telecamera, poi divelta da un’azione vandalica” ha dichiarato Schiesaro. “La singola telecamera, però, da sola, non può fare molto: serve una rete di videosorveglianza di contesto che tenga sott’occhio anche le zone di accesso da entrambi i lati, quello di Cadoneghe e quello di Torre di Padova. Serve, inoltre, una barriera di protezione sul ponte. Quella zona, l’argine che collega Cadoneghe a Isola di Torre, è un’area frequentata da giovani e da famiglie di giorno, un’oasi di relax per cadoneghesi e padovani. Ma non è raro che, specialmente la sera e la notte, diventi ritrovo di compagnie poco raccomandabili”.