Il Pontefice chiede ancora il cessate il fuoco e l'impegno dei potenti per porre fine al conflitto. Parole diametralmente opposte a quelle del patriarca di Mosca, che nel suo sermone per la Pasqua ortodossa ha espresso posizioni che sostengono lo sforzo bellico di Putin
“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace. Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità!”. L’ennesimo appello di Papa Francesco per la pace in Ucraina arriva durante l’udienza generale e a tre giorni dalla Pasqua ortodossa che poteva essere l’occasione per un cessate il fuoco e che invece è trascorsa senza che le armi abbiano smesso di riversare fuoco e morte nei territori invasi dalla Russia. “Ogni guerra nasce da un’ingiustizia – ha detto il Pontefice – ogni guerra, comprese quelle che a volte si fanno nelle nostre famiglie e comunità, che si combattono o che si fanno in silenzio, anche quelle nascono dall’ingiustizia. È triste vedere che l’umanità non riesce a essere capace di pensare con schemi e progetti di pace – ha aggiunto Bergoglio – Tutti pensiamo con schemi di guerra. È il cainismo esistenziale. La fratellanza di tutti è di tutti! E non si concretizza in schemi che trasformino la vita delle famiglie, comunità, popoli, nazione e del mondo” ha sottolineato Bergoglio nel videomessaggio al congresso della leadership cattolica del ministero Ispano, Radici e Ali 2022.
Il Congresso è promosso dal Consiglio Nazionale Cattolico per il Ministero Ispano degli Stati Uniti d’America, e si svolge a Washington D.C. da oggi al 30 aprile sul tema “Voci Profetiche – Essere ponti per una nuova epoca”. “Io ho bisogno di pace, tu hai bisogno di pace, il mondo ha bisogno di pace, respirare pace è salutare – ha detto Francesco – Abbiamo bisogno di segni concreti di pace. I cristiani devono dare l’esempio. Vi chiedo di essere ponti, di creare ponti, di pregare e lavorare per la pace, e non dimenticatevi di pregare per me”. Parole, quelle del Pontefice, che si scontrano con la nuova presa di posizione del patriarca di Mosca Kirill, che durante le celebrazioni concomitanti con la Pasqua ortodossa ha espresso posizioni che nulla hanno a che fare con uno spirito di pace e che al contrario sostengono lo sforzo bellico di Putin. Il capo della Chiesa ortodossa russa, infatti, ha invitato i connazionali a radunarsi attorno al governo e a non lasciare che centri di potere stranieri rovinino l’indipendenza della Russia. “Oggi il nostro popolo ha particolarmente bisogno di unità interna. Tutto è complicato attorno alla nostra Patria (…). Pertanto – ha detto Kirill – il nostro popolo oggi dovrebbe unirsi attorno a questo centro storico di tutta la Russia, attorno alla città di Mosca, rendendosi conto che solo nell’unità è la nostra forza, e finché saremo uniti e forti, finché conserveremo la fede nei nostri cuori, finché saremo ispirati dal grande esempio dei nostri predecessori, fino ad allora la Russia sarà invincibile”.
Nel suo sermone dopo la Divina Liturgia presso la Cattedrale patriarcale della Dormizione al Cremlino di Mosca, il patriarca ha ripercorso uno dei cavalli di battaglia della propaganda di Putin, ovvero il tentativo dell’Occidente di distruggere la società e i valori russi dall’interno: “Oggi molte persone vorrebbero che quello spirito scomparisse – ha ammonito – E perché sia così, è necessario seminare discordia, creare nuovi idoli, attirare l’attenzione su nuovi pseudovalori e trasferire la coscienza umana dalla verticale dimensione della vita, che connette l’uomo con il Dio, all’orizzontale, su cui si collocano tutti i bisogni del corpo umano”. Il patriarca ha poi notato che la divina liturgia da lui presieduta aveva luogo nella chiesa commemorativa, creata nel XV secolo come segno dell’unificazione delle terre russe, e ha auspicato che gli esempi eroici del passato ispirassero i russi a difendere la patria, “la nostra vera indipendenza dai potenti centri di potere che esistono oggi nel mondo”. Proprio in occasione della Pasqua ortodossa, Papa Francesco aveva inviato una lettera a Kirill: “Caro fratello! Possa lo Spirito Santo trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l’Ucraina dilaniata dalla guerra, affinché il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino, desideroso di una nuova alba che porrà fine all’oscurità della guerra”. Ma i sermoni del patriarca di Mosca continuano ad avere tutt’altro tenore.