“Non possiamo accettare un comportamento come quello che, purtroppo, abbiamo potuto accertare nei confronti delle collaboratrici del punto vendita di via del Circuito a Pescara“. Sono le parole dell’amministratore delegato della Cooperativa Conad Adriatico, Antonio Di Ferdinando, che ha preso posizione sull’episodio dell’audio inviato dalla proprietaria del locale pescarese sul gruppo Whatsapp dei capi reparto. La proprietaria-direttrice del punto vendita sarà esclusa dal sistema cooperativo della catena di supermercati.
Qual è il fatto? La titolare, infuriata per aver ritrovato un assorbente usato fuori dal cestino dello spogliatoio, ha scatenato sul gruppo di messaggistica istantanea dei colleghi una caccia alla colpevole: “Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io“. Nelle parole di Di Ferdinando, la società ha deciso “di procedere, come previsto dal nostro regolamento, alla risoluzione del contratto di affitto d’azienda. Daremo in ogni caso continuità alle attività del punto vendita garantendo il servizio ai clienti e il lavoro ai collaboratori”.
Il testo è stato definito “raccapricciante” dalla Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Alberghi, Mense e Servizi della Cgil che ha denunciato il caso nel corso di una conferenza stampa. Il sindacato, sottolineando che “nello stesso audio la titolare minaccia ripercussioni e lettere di richiamo qualora non si fosse trovata la responsabile dell’accaduto“, annuncia di aver avviato “le azioni di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori” e di voler “approfondire il caso con gli organi competenti”.
“Un gesto gravissimo e ignobile, una violenza inaudita da una donna verso delle donne – hanno affermato Davide Urbano e Lucio Cipollini, rispettivamente responsabili della Filcams Cgil di Pescara e regionale – Saremo al fianco delle lavoratrici coinvolte per sostenerle in questo momento così difficile. Chiediamo alle lavoratrici ed ai lavoratori che sono a conoscenza dei fatti o che sono state vittime di queste vessazioni di contattarci e di dare forza alla nostra denuncia“.
L’obiettivo del sindacato “non è solo quello di far emergere questa vicenda”, ma anche quello di “mettere in luce la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio che troppo spesso sono oggetto di vessazioni, mobbing, comportamenti autoritari”. “Siamo certi che il gruppo Conad non abbia responsabilità dirette su quanto viene messo in atto dai singoli gestori dei punti vendita”, dicono ancora i sindacalisti che hanno chiesto ai vertici di Conad una presa di posizione. Per la Filcams Cgil è necessario che il gruppo faccia il possibile per garantire “il rispetto dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori e una condotta in linea con il proprio codice etico”.