Dodici docenti dell’Università di Genova sono indagati a vario titolo per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, traffico di influenze illecite e rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio in relazione allo svolgimento di selezioni pubbliche per l’assegnazione di docenze e di assegni di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza. Le procedure finite sotto indagine riguardano una selezione per un assegno di ricerca in Diritto tributario, una per il Diritto costituzionale, un assegno di ricerca in Istituzioni di diritto pubblico, un assegno di ricerca in Diritto costituzionale, un posto da ricercatore a tempo indeterminato in Diritto costituzionale e un posto da professore associato in Diritto costituzionale. Su ordine del sostituto procuratore Francesco Cardona Albini, i militari hanno eseguito decreti di esibizione atti e documenti e acquisizioni informatiche negli uffici e nel centro di elaborazione dati dell’Ateneo. “Desidero, innanzitutto, sottolineare che la giustizia va rispettata e deve fare il suo corso. Se saranno accertate mancanze o responsabilità, l’Università di Genova adotterà i provvedimenti conseguenti”, fa sapere il rettore Federico Delfino.

Tra gli indagati c’è Lara Trucco, ordinaria di Diritto costituzionale e prorettrice con delega agli Affari legali. È accusata – insieme al costituzionalista Vincenzo Sciarabba e al tributarista Alberto Marcheselli – di aver truccato la selezione per un assegno di ricerca da ventimila euro in modo da farlo avere a Luca Costanzo, figlio del professore emerito Pasquale Costanzo (costituzionalista di cui Trucco è stata a lungo allieva) scavalcando candidati più titolati. In un altro capo d’imputazione si legge che Trucco si è scritta su misura, insieme alla Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Toscana Camilla Bianchi, il bando per l’assegnazione dell’incarico di supporto giuridico alla stessa Garante, suggerendo l’inserimento dei requisiti precisi (inquadramento come professore ordinario, abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, esperienza accademica nell’ambito del diritto pubblico) che le avrebbero garantito la vittoria.

La prorettrice è inoltre indagata insieme a Costanzo, insieme al direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Riccardo Ferrante, e all’avvocato Daniele Granara per aver turbato un concorso da professore associato in modo che lo vincesse lo stesso Granara, ricercatore a tempo indeterminato in Diritto costituzionale: in particolare, scrive la Procura, Trucco, “dopo essersi accordata con il Direttore di Dipartimento per garantire al Granara le risorse necessarie a garantirgli un posto da professore associato, concordava con il medesimo (…) che venisse svolta una procedura valutativa per preservare il bando dal rischio di concorrenti esterni, riservando il concorso ai soli ricercatori interni all’Università, concordando inoltre di posticipare l’indizione della procedura valutativa all’esito dell’ottenimento dell’Abilitazione scientifica nazionale” di cui il candidato non era ancora in possesso. “Ancora la Trucco – prosegue il capo d’imputazione – si attivava per ricercare i componenti della Commissione che avrebbero proceduto alla valutazione, comunicando anticipatamente al Granara che ne avrebbe fatto parte la prof.ssa Patrizia Vipiana, da questi considerata amica”, anche lei tra gli indagati. Di recente Granara si è occupato delle cause no-vax, presentando il ricorso al Tar di oltre quattrocento sanitari contro l’obbligo vaccinale.

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