Il gruppo francese Total ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile triplo rispetto allo stesso periodo del 2021. Come tutte le aziende del settore anche Total beneficia dell’incremento dei prezzi di petrolio e gas favoriti anche dalla guerra in Ucraina. Nell’ultimo anno il greggio è aumentato del 60%. Il bilancio si è chiuso con profitti per 8,4 miliardi di euro nonostante le svalutazioni legate all’abbandono di alcuni progetti con controparti russe. Il risultato è superiore alle attese degli analisti, il titolo ha chiuso la seduta di borsa con un rialzo del 3,7%. Alla luce dei dati il gruppo ha deciso di portare da 2 a 3 miliardi il suo programma di riacquisto di azioni proprie, una tecnica utilizzata per accrescere il valore dei titoli a beneficio degli azionisti. Il dividendo aumenterà del 5% rispetto al 2021. Mentre la produzione di idrocarburi di Total è diminuita dell’1% rispetto al primo trimestre del 2021 le vendite di gnl (gas naturale liquefatto) aumentate del 34%. Il gruppo francese ha affermato che si aspetta che i prezzi del petrolio e del gas rimarranno elevati nei prossimi mesi, con un potenziale calo della produzione russa di greggio da 2 milioni a 3 milioni di barili al giorno e minori esportazioni di combustibili raffinati dal paese.
A conferma del momento d’oro la società svizzera Glencore, quotata a Londra e tra i primi trader di materie prime al mondo, ha annunciato un altro anno di profitti eccezionali grazie ai forti movimenti nei prezzi degli idrocarburi. Le previsioni di Glencore evidenziano come l’industria del commercio di materie prime stia vivendo uno dei periodi più redditizi di sempre. Sulla base della performance del primo trimestre, i profitti quest’anno sarebbero “ampiamente” al di sopra della fascia alta del suo range compreso tra 2,2 miliardi e 3,2 miliardi di dollari, ha affermato Glencore. L’indice Bloomberg Commodity Spot quest’anno è salito di circa un terzo, registrando nuovi record mentre i prezzi di tutto, dal gas naturale al carbone e all’alluminio, sono aumentati. La volatilità dei mercati ha contribuito ad aumentare i guadagni per i grandi trader di materie prime, tra cui figurano oltre a Glencore, Mercuria, Vitoil e Trafigura.