Attraverso il suo profilo Twitter è stato lo stesso procuratore a dirsi "incazzato" per quanto avvenuto: "Stato di salute attuale per chi se lo sta chiedendo: incazzato perché mi uccidono per la seconda volta in 4 mesi. Sembrano anche in grado di resuscitare"
Mino Raiola non è morto. L’ospedale San Raffaele ha smentito la notizia, diffusa dai più importanti media sportivi italiani, della morte di uno dei più famosi e potenti procuratori di calciatori. Il manager 54enne, nato a Nocera Inferiore, nel Salernitano, è in cura presso la struttura milanese ma, come comunicano fonti sanitarie, è vivo. “Sono indignato dalle telefonate di pseudogiornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”, dichiara Alberto Zangrillo, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva del San Raffaele.
Nei mesi scorsi erano uscite notizie su alcuni ricoveri a cui l’agente – procuratore tra gli altri di Donnarumma, Ibrahimovic, Verratti e Balotelli – era stato sottoposto. E attraverso il suo profilo Twitter è stato lo stesso procuratore a dirsi “incazzato” per quanto avvenuto: “Stato di salute attuale per chi se lo sta chiedendo: incazzato perché mi uccidono per la seconda volta in 4 mesi. Sembrano anche in grado di resuscitare”.
Current health status for the ones wondering: pissed off second time in 4 months they kill me. Seem also able to ressuscitate.
— Mino Raiola (@MinoRaiola) April 28, 2022
All’età di un anno Raiola si trasferì ad Haarlem, in Olanda, al seguito dei genitori. Dopo aver lavorato nel ristorante del padre, il futuro agente ha mosso i primi passi nel mondo del calcio come direttore sportivo della locale squadra di calcio. Quindi attraverso l’agenzia “Intermezzo”, da lui fondata, ha mosso i primi passi nel mondo dei procuratori sportivi arrivando a ribaltare il rapporto di forza club-calciatore e incassando commissioni plurimilionarie che hanno toccato gli oltre 27 milioni di euro per il trasferimento di Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United.