“Il fatto non sussiste”. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Napoli, Nicoletta Campanaro, ha assolto dall’accusa di concorso esterno alla camorra, il consigliere regionale di Sessa Aurunca (Caserta) Massimo Grimaldi di Forza Italia. Per Grimaldi i sostituti della Dda Maurizio Giordano e Graziella Arlomede avevano chiesto otto anni di carcere.
Il consigliere, difeso dagli avvocati Carlo De Stavola e Claudio Botti, aveva saputo di essere coinvolto in un’indagine anticamorra per la seconda volta nel 2017 (una prima volta nel 2015 l’indagine a suo carico era stata archiviata); si era quindi presentato spontaneamente alla Procura partenopea ed era stato interrogato, per poi effettuare con i suoi legali anche indagini difensivi. Ad accusarlo di contiguità con il clan dei Casalesi sono stati dei collaboratori di giustizia della cosca, che hanno raccontato del sostegno elettorale fornito a Grimaldi per le elezioni regionali del 2005, 2010 e 2015, in cui Grimaldi è sempre stato eletto. Peraltro i pm avevano chiesto l’assoluzione del consigliere per le elezioni degli anni 2005 e 2015 e la condanna per la tornata del 2010.
Dal racconto dei pentiti erano emerso uno spaccato non riscontrato nel processo, dove è stato chiarito per esempio che in alcuni comuni dove i collaboratori avevano parlato di sostegno del clan, Grimaldi non avesse preso neanche una preferenza; alla fine il gup ha accolto la tesi difensiva. “È finalmente finito un incubo durato anni che ha recato tanta sofferenza a me e alla mia famiglia – dice Grimaldi – e per questo ringrazio i miei due avvocati che hanno sempre creduto in me e i giudici che si sono letti le carte. Ho sempre rispettato anche il lavoro della Procura, chi ha condotto le indagini ha fatto il proprio dovere. Ora andrò avanti con passione con la mia attività di consigliere e di esponente di partito. Oggi è il mio vero 25 aprile”.