Il giudice Deborah Taylor della Southwark Crown Court ha condannato a due anni e mezzo di carcere il tre volte campione di Wimbledon, Boris Becker. È stato riconosciuto colpevole di quattro accuse di bancarotta fraudolenta relative al suo fallimento nel 2017. La condanna riguarda un trasferimento di enormi quantità di denaro dal suo conto aziendale ad altri conti – compreso quello della ex moglie Barbara -, la mancata dichiarazione di una proprietà in Germania e l’occultamento di 825 euro di prestiti bancari e diverse azioni tech. Complessivamente, la frode ammontava a 2,5 milioni di sterline (circa 3 milioni di euro).
La giuria londinese lo ha assolto da altri 20 capi di imputazione, comprese le accuse di non aver consegnato i suoi numerosi premi, tra cui due trofei di Wimbledon e una medaglia d’oro olimpica. All’udienza di oggi pomeriggio, la pubblico ministero, Rebecca Chalkley, ha spiegato che Becker ha agito “deliberatamente e in modo disonesto” e che stava ancora “cercando di incolpare gli altri”. L’ex tennista ha risposto che i suoi 50 milioni di dollari di guadagni in carriera erano stati inghiottiti da un “divorzio costoso” e dai debiti quando ha perso gran parte del suo reddito dopo il pensionamento.
Vincitore di sei tornei del Grande Slam, Becker aveva dichiarato bancarotta nel giugno 2017 a causa del debito di 3,5 milioni di euro contratto con la banca privata Arbuthnot Latham & Coed. Al fine di raccogliere la somma necessaria a saldare i debiti con i suoi creditori – circa 55 milioni di euro -, buona parte degli averi dell’ex allenatore di Novak Đoković erano stati messi all’asta – nonostante le sue proteste. Così, nel luglio 2019, più di 70 cimeli personali, tra i quali anche diversi trofei sportivi, sono stati venduti per più di 750mila euro.