“Continuiamo a registrare lavoro irregolare, che talvolta varca il limite dello sfruttamento, persino della servitù”. È l’allarme che ha lanciato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando all’Istituto salesiano Bearzi di Udine, la scuola frequentata da Lorenzo Parelli, il 18enne morto in fabbrica a Lanuzacco, in provincia di Udine, nell’ultimo giorno di tirocinio. Per il Capo dello Stato “crescere in qualità significa affrontare la questione della precarietà. Un problema acuto e una spina nel fianco della coesione sociale”. Ma non solo, Mattarella ha ricordato anche che “non mancano lavoratori poveri e pensionati poveri, ai quali il reddito percepito non è sufficiente, anche in ragione del carico familiare”.
Prendendo l’iniziativa a Udine come un’anticipazione del primo maggio, il Capo dello Stato ha proseguito: “Il Primo maggio sollecita a porre il lavoro al centro del nostro agire e del nostro pensare. Il lavoro, come dice la Costituzione, è la base su cui è vive la Repubblica. Il lavoro, come dice la Costituzione, è la base su cui è vive la Repubblica. È stato il lavoro degli italiani a consentire nei decenni crescita sociale, economica, civile”. Il lavoro, ha proseguito, “ci ha reso ciò che siamo. Ha ampliato i diritti e dato concretezza alla grande speranza di pace e sviluppo che animava i giorni della Liberazione”.
Da affrontare, per Mattarella, è “la cronica mancanza di lavoro per le nuove generazioni”. Una questione, appunto, “che va affrontata con impegno e determinazione”. “Il ritardo che ci mette in coda alle statistiche europee, con il quale gran parte delle nuove generazioni riesce a trovare una occupazione non è condizione normale. Sono quindi apprezzabili i percorsi che accompagnano i giovani ad entrare nel mondo del lavoro – ha osservato Mattarella – Un mondo che deve rispettarli nella loro dignità di persone, di lavoratori, di cittadini”. Si tratta di “una necessità per il futuro stesso della società”.
Tuttavia, in questi percorsi, così come nel lavoro, il faro deve essere quello della sicurezza. Ricordando Lorenzo Parelli, Mattarella ha commentato: “La natura del percorso formativo lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto ciò che non può accadere, ciò che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l’accompagna ci interroga affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro”. La sicurezza sui luoghi di lavoro “è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile” e “questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale”, ha fatto sapere, sottolineando che quest’anno, “anticipiamo qui la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un’occasione di richiamo e riflessione concreta sulle condizioni e sul diritto costituzionale al lavoro”. “Il valore del lavoro per voi giovani e per chiunque non può essere associato al rischio e alla dimensione della morte”, ha concluso.