Su di lui erano piovute le accuse di respingimenti forzati e violazioni dei diritti umani commessi dall’agenzia Ue che si occupa di migrazioni e di gestione delle frontiere, Frontex, che dirigeva. Proprio per questo, un anno fa alcune ong avevano anche inoltrato un’azione legale presso la Corte Europea. Oggi, dopo la notizia riguardante un’indagine dell’Olaf, l’ufficio europeo anti-frode, nei suoi confronti, il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni. A confermare la notizia circolata su alcuni organi di stampa è stato il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, precisando che, sulla base del rapporto Olaf, Leggeri “ha annunciato che rimette il mandato nelle mani del consiglio” di gestione dell’agenzia.
Secondo quanto pubblicato a marzo da Der Spiegel, Leggeri sapeva che la Guardia Costiera greca aveva respinto alcune imbarcazioni in mare, ma aveva scelto di nascondere tutto. Si sospetta inoltre che fosse a conoscenza anche di profughi rimessi in mare dopo che erano già sbarcati sulle isole greche più vicine alla Turchia. Comportamenti già denunciati a febbraio da due ong, Front-Lex e Legal Centre Lesvos, che chiesero allo stesso Leggeri la conclusione delle attività di Frontex al largo delle coste dell’Egeo. A causa dei troppi sprechi e delle violazioni emerse sul rispetto dei diritti umani, a ottobre la commissione per il Controllo dei bilanci (Cont) del Parlamento europeo approvò una relazione per il blocco di una parte del budget dell’Agenzia per il 2022.
“In questo momento è in corso la riunione del consiglio di gestione di Frontex, in cui la Commissione ha un seggio, per valutare la situazione e la lettera del suo direttore – ha aggiunto Mamer nel consueto briefing con la stampa – Se ci sono alcune debolezze, qualcosa va fatto. Ciò che realmente conta è l’istituzione. Detto ciò, Frontex rimane un elemento importante nella nostra politica”. E ha poi spiegato che “dobbiamo assicurarci di continuare a migliorare il compito di questa organizzazione. La posizione della Commissione è fare qualsiasi cosa per assicurarsi che il mandato dell’agenzia Frontex sia ottemperato”.
Ancora prima che arrivasse la conferma delle dimissioni, l’Ong Sea Watch aveva commentato su Twitter: “Anni di violazioni dei diritti umani non si cancellano, Leggeri e Frontex devono risponderne davanti alla giustizia. Frontex non va riformata, va abolita“. Dopo l’ufficialità, poi, sono state diverse le reazioni, anche a livello politico. Soprattutto da parte della sinistra italiana ed europea. Il gruppo dei Socialisti e Democratici all’Eurocamera ha commentato ricordando di essere stato “il primo gruppo politico a chiedere le dimissioni del direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, ben più di un anno fa, alla fine del 2020. Si tratta di uno sviluppo atteso da tempo, dopo anni di continue accuse di respingimenti e violazioni dei diritti umani, ma è gradita notizia che Leggeri finalmente si dimetta – ha dichiarato la portavoce, Birgit Sippel, in una nota – Per anni Leggeri ha gestito male l’agenzia della guardia di frontiera e costiera dell’Ue, danneggiandone notevolmente la reputazione e fuorviando il Parlamento lungo la strada. Da allora le prove della necessità di una nuova leadership sono aumentate ed esamineremo attentamente la successione. Allo stesso tempo, non dobbiamo interrompere l’esame completo di tutte le accuse relative a cattiva condotta e violazione dei diritti fondamentali, in modo da poter ripristinare rapidamente l’integrità e la credibilità di Frontex. Ciò deve includere un esame dettagliato dei risultati dell’indagine dell’Olaf sull’agenzia”. Erasmo Palazzotto, del Pd, su Facebook sostiene che “le dimissioni di Fabrice Leggeri sono una buona notizia per l’Europa. Durante il suo mandato, Frontex è diventata uno strumento di violazione dei diritti umani, di azioni illegali e di sistematici respingimenti di persone vulnerabili verso Paesi terzi in cui non vi è alcun rispetto per i diritti e per la libertà. Spero che queste dimissioni aprano una nuova stagione che archivi questa brutta e crudele pagina della storia europea“.