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Quali sono i quartieri in cui più è difficile trovare parcheggio in Italia? Lo studio per città e per fascia d’orario: “Ogni giorno gli italiani perdono 30 minuti per parcheggiare l’auto”

Lo studio è stato effettuato da Parclick.it, che è la principale compagnia di prenotazione di parcheggi in Europa. Più di un milione di utenti. Leggendo questo report si scoprono altri dettagli interessanti

di Simona Griggio

Quanto tempo trascorrono gli italiani alla ricerca di un posto in cui sistemare la macchina? Una media di trenta minuti al giorno. Ricerche sfibranti: avanti e indietro, avanti e indietro. Con gli occhi aguzzi alla ricerca di uno spazio libero. Poi, quando il parcheggio si libera, capita anche di litigare: “L’ho visto prima io!”. “No, non è vero, stavo già manovrando per entrare”. E c’è persino chi manda avanti amici e familiari a occupare fisicamente l’area. Ma vale o non vale? Trovare rapidamente parcheggio è un’impresa che riesce solo a chi può permettersi un garage o uno spazio riservato. A caro prezzo: perché si va da un minimo di 120 euro al mese ma si può arrivare a 400 nei luoghi più affollati. Se no è tutto in mano al destino. Tra mille difficoltà e il nervosismo che cresce, magari dopo un’intera giornata di lavoro. Se si trova allora ci si sente baciati dalla Fortuna, come Gastone.

Mezz’ora al giorno è appunto una media. Può capitare di impiegare ancora più tempo, arrivando a sfiorare un’ora nei quartieri più complicati. Tirando le somme, ed escludendo i fine settimana, si arriva a dieci ore al mese. Rubate alla proprio esistenza e pure onerose e inquinanti, perché il carburante continua a consumarsi. Lo studio è stato effettuato da Parclick.it, che è la principale compagnia di prenotazione di parcheggi in Europa. Più di un milione di utenti. Leggendo questo report si scoprono altri dettagli interessanti. Nelle grandi città italiane sei lavoratori su dieci utilizzano l’auto privata per raggiungere la propria azienda, la fabbrica, il negozio.

E non è sempre questione di pigrizia e di comodità: la scelta del servizio pubblico è ovviamente la migliore. Se le linee sotterranee e di superficie sono ben strutturate ed efficienti, è un bel viaggiare. Si guarda fuori, si pensa, si legge, si chatta, si osserva, si chiacchiera col vicino di posto. Insomma, si riattiva quell’abitudine al contatto umano e con i luoghi che ci è mancata durante la pandemia. Ma non sempre la frequenza dei mezzi garantisce spostamenti agevoli e non tutte le località sono facilmente raggiungibili. D’altronde in un’intervista anche il sociologo e psichiatra Paolo Crepet ha spiegato: “In Italia l’automobile è sempre stata un mito, un’icona che ha segnato la storia di questo Paese. Nel futuro le auto cambieranno, diventeranno sempre più mignon dato che non si fanno figli, saranno sempre più belle esteticamente e pratiche, ma rimarranno un bene rifugio irrinunciabile”. Di questo 60 per cento che si sposta in auto, solo un terzo ha un proprio parcheggio. Ovvio che il ritorno a casa si può trasformare in un autentico tormento. In più ci si è messo pure l‘effetto pandemia. In molti durante l’emergenza hanno preferito spostarsi con i mezzi propri invece di affrontare autobus, treni e metropolitane affollate, nel timore di contrarre il Covid. Anche oggi che la situazione appare sotto maggior controllo in molti continuano a non fidarsi. E sfidano anche i costi sempre altissimi dei carburanti.

Ma qual è l’orario peggiore per trovare un posto libero che non sia a chilometri da casa? Tra le 19 e le 20, quando la maggior parte dei cittadini rientrano dal lavoro. Dopo le otto di sera le cose si complicano anche nelle Ztl, perché i posteggi riservati ai residenti difficilmente riescono a coprire la richiesta. Nei luoghi in cui si concentrano molte aziende e non tutte hanno un parcheggio riservato ai dipendenti, diventa proibitiva anche la fascia oraria tre le 8 e le 9 del mattino. Lo studio individua anche i quartieri più complicati in Italia. Quali sono? A Roma il centro, i dintorni della stazione Termini, Prati, San Giovanni, San Lorenzo e Trastevere. A Milano la stazione Centrale, il centro storico, la zona dei Navigli, San Siro, Cadorna e Parco Sempione, Rho Fiera. A Firenze il centro, la stazione Santa Maria Novella, i dintorni della Chiesa di Sant’Ambrogio, il lungarno della Zecca Vecchia, Porta San Frediano, il lungarno del Tempio. A Napoli ancora il centro, la stazione centrale, la stazione Circumvesuviana, Mergellina e via Toledo.

Qual è l’opinione degli italiani? Concordano per il 60 per cento: va aumentato il numero di posti auto disponibili nelle zone più congestionate. Bisogna anche offrirle a prezzi ragionevoli, magari con abbonamenti a tariffe super scontate. Qui entra in gioco l’interesse di Parclick, che spiega: non è necessario sempre costruire nuovi parcheggi, anche perché spesso non esistono aree disponibili. Ma, è la tesi, il 95 per cento dei parcheggi italiani non massimizza i livelli di occupazione perché non si affida a soluzioni di vendita online. Luis Paris, Ceo di Parclick, commenta: “Chi prende quotidianamente l’auto per spostarsi in città sa molto bene che passare circa 30 minuti al giorno per parcheggiare è qualcosa di davvero estenuante” . Mezza giornata ogni mese a cercare un posto libero mentre si va o si torna dal lavoro. “Noi crediamo nella necessità di rendere i parcheggi più efficienti e, attraverso nuove tecnologie che faranno sì che molti spazi non siano più sottoutilizzati e possano essere messi a disposizione a prezzi più economici”. Certo, esiste anche il car sharing, ma diffuso solo in grandi città. La bicicletta e il monopattino vanno bene in pianura ma comportano dei rischi. Lo scooter? In spazi molto ristretti, come a Genova, anche trovare un posto per le due ruote è una missione quasi impossibile.

Quali sono i quartieri in cui più è difficile trovare parcheggio in Italia? Lo studio per città e per fascia d’orario: “Ogni giorno gli italiani perdono 30 minuti per parcheggiare l’auto”
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