Accusato dai parlamentari di Cdu-Csu di mancanza di leadership, esecrato dalla Linke per aver fatto un dietrofront nella politica nazionale contraria alla consegna di armi in un teatro di guerra, imputato anche dalla AfD di non mantenere l’equidistanza sul conflitto russo-ucraino, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affidato l’illustrazione della sua linea politica ad un contributo per la Welt.
La guerra iniziata da Vladimir Putin non colpisce solo l’Ucraina, spiega Scholz, bensì “si dirige contro tutto quello che incarna la democrazia: libertà, uguaglianza di fronte alla legge, autodeterminazione, dignità umana”. Tutti i Paesi democratici si schierano contro tutto ciò compatti come mai prima e “questo mostra ciò che unisce noi democratici: la convinzione che il diritto deve porre dei confini al potere”.
“Solo la democrazia “è idonea a risolvere i problemi del ventunesimo secolo”, rivendica il cancelliere; l’Europa è superiore a Cina e Russia nella risoluzione dei problemi nati col capitalismo come l’emergenza climatica. “Lo sguardo agli enormi problemi ambientali nelle città cinesi, o l’insufficiente preparazione dell’economia russa ad un’era successiva ai combustibili fossili, non lasciano dubbi”. Per questo è necessaria collaborazione internazionale e gli europei la applicano da decenni nella Unione Europea. Una vita “in libertà, giustizia e dignità”, dice Scholz, non è un’ideale limitato ai Paesi occidentali; sono “valori umanistici che sono condivisi da tutte le persone oltre tempi e confini”. Questo è il motivo per cui persone in tutto il mondo condividono “tristezza, partecipazione e rabbia” vedendo le immagini di donne, uomini e bambini a Bucha o altri luoghi in Ucraina.
Per la pandemia ed i riflessi della guerra la crescita economica tedesca secondo il gruppo di consulenti eccomici del governo nel 2022 sarà solo dell’1,8 per cento anche se comunque il prodotto interno lordo nel primo trimestre dell’anno è cresciuto ancora dello 0,2 rispetto ad un anno fa. Scholz con un articolo sull’importante giornale conservatore del Paese spera dunque di recuperare terreno in fatto di comunicazione pubblica, campo in cui diversi suoi ministri appaiono più efficaci. Entrambi i verdi Robert Habeck (Economia) e Annalena Baerbock (Esteri) secondo i sondaggi della tv pubblica Ard sono saliti in testa alla classifica dei politici più popolari (56 per cento), mentre il cancelliere è sceso appena al quinto posto, dopo Karl Lauterbach (Sanità) e Christian Lindner (Finanze), e convince solo il 39 per cento del campione intervistato dall’istituto demografico Infratest-dimap. Scholz ha subito un calo del 12 per cento rispetto a settembre 2021, quando fu eletto. Risultati simili emergono anche dai sondaggi dell’altra emittente pubblica ZdF secondo la quale Baerbock incontra il favore del 70 per cento degli intervistati, Habeck raccoglie un 66 per cento di gradimento, mentre il capo dell’esecutivo rimane fermo al 49 per cento. Anzi, il 43 per cento esprime un giudizio negativo.
D’altronde la questione del sostegno tedesco all’Ucraina è più dibattuta di quanto non si voglia ammettere. Nel sondaggio Ard il campione si spacca per esempio in tre parti: il 35 per cento trova l’impegno della Germania per Kiev adeguato, il 31 insufficiente ed il 27 eccessivo. Nelle rilevazioni diffuse da ZdF la metà esatta degli intervistati afferma che quanto concede il governo all’Ucraina è adeguato, ma per il 32 sta invece facendo troppo poco e per il 13 troppo.
Anche la netta maggioranza delineatasi in Parlamento per la consegna diretta di ami all’Ucraina nei sondaggi si assottiglia. Il 52 per cento degli intervistati da Infratest-Dimap per la Ard indica che vorrebbe un aiuto militare più deciso, ma il 40 per cento auspicherebbe maggior prudenza per non provocare la Russia e sulla specifica consegna di armi pesanti all’Ucraina le opinioni tra favorevoli e contrari si eguagliano al 45. La concorrente ZdF registra per contro una maggioranza del 56 per cento favorevole alla consegna di sistemi di armamento pesante contro il 39 per cento di contrari.
Questa spaccatura trova riflesso nel dibattito pubblico tedesco. Con una lettera aperta diverse personalità, tra cui la femminista Alice Schwarz, lo scrittore Martin Walser ed il giornalista scientifico Ranga Yogeschwar, hanno invitato Scholz a non consegnare armi pesanti all’Ucraina perché a Putin non sia data occasione per allargare il conflitto. Sull’altro fronte il politico della Cdu Roderich Kiesewetter intervenendo in tv ha sottolineato che secondo l’articolo 51 della Carta della Nazioni Unite relativo al diritto di autodifesa, la Germania dal punto di vista del diritto internazionale non sarebbe parte in conflitto neppure se oltre alle armi, a fronte di una futura richiesta di intervento da parte dell’Ucraina, vi inviasse anche militari. Scholz, ancora una volta, si ritrova in mezzo.