Venerdì 29 aprile Vincenzo De Luca, in diretta dal Palazzo Santa Lucia di Napoli, si è lasciato andare a “considerazioni semiserie” sulla guerra in Ucraina, citando l’inviato di RaiNews24 Ilario Piagnerelli: “Non riesco più a seguire neanche la descrizione tv di questo sceneggiato che si ripropone quotidianamente. Per due mesi ho visto anche il corrispondente della Rai che si metteva davanti a mucchi di macerie. Si chiama Piagnerelli. Ora già siamo in teatro di guerra e mandiamo il giornalista Piagnerelli? Mandiamo Allegri, Benvenuti. Invece Piagnerelli che fa servizi circondato da detriti. Ora non lo guardo più perché mi sono stancato”, le parole del presidente della Regione Campania.
Piagnerelli, giornalista del servizio pubblico classe 1982, ha ricevuto numerosi messaggi di solidarietà: “Mi ci faccio una risata come sempre“, il suo commento a caldo. Il consigliere di amministrazione Rai Riccardo Laganà gli ha espresso solidarietà attraverso i social: “Al riparo del confortevole Palazzo Santa Lucia il Pres. della Reg. Campania impartisce lezioni di giornalismo agli inviati Rai. Ma la ridicola ironia si sofferma su cognome e sullo sfondo. Accanto a Ilario Piagnerelli e a tutti i giornalisti che raccontano l’assurdità della guerra.”
A stretto giro è arrivata la replica dell’Usigrai, il sindacato interno del servizio pubblico: “Nel suo ruolo di rappresentante delle istituzioni, De Luca dovrebbe saper riconoscere le difficoltà che si incontrano in aree di guerra dove si rischia la vita per documentare la distruzione delle bombe, le fosse comuni, i morti. Chiediamo rispetto per tutti i colleghi che sono lì: ironizzare sul cognome del nostro inviato si commenta da solo. De Luca si scusi per l’inaccettabile attacco a un professionista di altissimo valore, che ha svolto il suo lavoro nel miglior modo possibile in condizioni difficili e pericolose.”
Dopo le polemiche De Luca ha chiarito, senza scusarsi, sul suo profilo Twitter: “Avevamo detto, in premessa, nella diretta di oggi, che facevamo qualche osservazione scherzosa, ma in Italia il senso dell’ironia è merce rara. Massimo rispetto per l’attività e l’impegno di ognuno. Non c’è bisogno neanche di ribadirlo.”