Il farmacista avrebbe ricevuto direttamente le “ordinazioni” per le finte certificazioni sul suo cellulare, facendosi mandare via social foto delle tessere sanitarie per ottenere velocemente l’esito falsato: gli acquirenti non dovevano nemmeno recarsi in farmacia
Nella provincia di Ascoli Piceno un farmacista è stato arrestato con l’accusa di fornire, su richiesta, esiti di tamponi antigenici rapidi di “negatività” e, in alcuni casi, di “positività“, per prestazioni sanitarie in realtà mai eseguite. Dopo oltre tre mesi di indagini coordinate dalla procura di Ascoli Piceno, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale e della compagnia locale hanno eseguito un ordine di custodia firmato dal gip nell’ambito dell’operazione chiamata “Green Pack 2” e posto l’uomo ai domiciliari con l’accusa di falsità ideologica continuata.
Risultano indagate altre 17 persone, alcuni avrebbero collaborato con il farmacista, altri invece avrebbero usufruito del finto tampone per ottenere il Green Pass: tra questi, ci sarebbe anche un noto professionista ascolano che opera sempre in ambito sanitario. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, il farmacista avrebbe ricevuto direttamente le “ordinazioni” per i falsi tamponi sul suo cellulare, facendosi mandare via social foto delle tessere sanitarie per ottenere velocemente l’esito falsato senza doversi nemmeno recare in farmacia.
L’arresto del farmacista arriva a distanza di pochi mesi dall’esecuzione di misure cautelari a carico di un medico di medicina generale ascolano, di un “intermediario”, e dal sequestro di numerosi Pass falsi rilasciati – per l’accusa – a seguito di una “falsa attestazione di somministrazione di vaccino a 67 soggetti“: è a partire da questi elementi, emersi nel corso della prima fase dell’indagine, che si è sviluppata l’operazione “Green Pack 2”. Nei prossimi giorni il farmacista sarà interrogato dal gip e potrà fornire la propria versione dei fatti.