Presidenzialismo, difesa di quella che viene definita “famiglia tradizionale”, lotta all’immigrazione e attacco al reddito di cittadinanza. Sono questi alcuni dei temi emersi dalla tre giorni di Conferenza programmatica di Fratelli d’Italia di Milano. Un’agenda di governo discussa insieme a militanti, quadri di partito e personalità che negli ultimi tempi si sono avvicinati al partito di Giorgia Meloni allontanandosi dalle altre realtà del centrodestra. Tra questi ci sono l’ex ministro Giulio Tremonti, l’ex presidente del Senato Marcello Pera e l’ex magistrato Carlo Nordio. Sono loro i possibili ministri di un governo Meloni? Tremonti non risponde e Nordio mette le mani avanti: “Non avrei l’esperienza politica necessaria” ma rilancia la necessità di “introdurre discrezionalità dell’azione penale e limitare i poteri del pubblico ministero”. Pera invece sottolinea la necessità di “una riforma della Costituzione in senso presidenzialista”. Tra gli interventi spunta anche quello del sociologo Luca Ricolfi che osserva come “alcune delle migliori idee della sinistra oggi si trovano a destra”. Un esempio? “La difesa della libertà di espressione”. Sulla passerella del centro congresso Mico i deputati e i senatori del partito di Meloni si alternano per ragionare sulle priorità. Si parla anche di “italiani come minoranza etnica”. “Dobbiamo mettere un tetto ben chiaro al numero stranieri nelle case popolari” tuona il deputato Giovanni Donzelli mentre la collega Augusta Montaruli sottolinea l’importanza della famiglia “formata da una mamma e un papà”. C’è l’associazione Pro Vita che parla del cosiddetto “gender”. Poi l’europarlamentare Nicola Procaccini, secondo il quale “lo spettro che si aggira oggi per l’Europa è l’ambientalismo. Noi – dice dal palco – siamo ecologisti perché non ci battiamo solo per le uova delle tartarughe ma pensiamo che sia ancora più giusto battersi per il cucciolo che è nel grembo di una donna”.
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