I rider hanno cercato di entrare nel corteo da Galleria San Federico, ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine in assetto anti sommossa. Il leader M5s: "Decretato che il lavoratore precario, tanto più se prende una retribuzione sotto la soglia della minima dignità, non ha neppure diritto di essere protagonista di questa giornata. Tante belle dichiarazioni, ma nostro progetto di legge giace da tempo in Senato"
Le tensioni tra rider e polizia al corteo del Primo Maggio a Torino entrano nel dibattito politico. È il presidente del M5s Giuseppe Conte a commentare quanto avvenuto durante la manifestazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil, parlando di “vergogna” perché è stato “impedito” ai lavoratori del food delivery di “prendere parte” al corteo: “Un gruppo di lavoratori precari, che faticano per guadagnare 3-4 euro l’ora, non sono stati ammessi alla manifestazione dedicata al lavoro. Ci saranno approfondimenti”.
L’ex presidente del Consiglio “condanna la violenza” per gli agenti contusi negli scontri con i centri sociali ma, sottolinea, “resta il problema di una rabbia che monta sempre di più perché non ha risposte”. Quanto avvenuto a Torino, sottolinea, ha “decretato che il lavoratore precario, tanto più se prende una retribuzione sotto la soglia della minima dignità, non ha neppure diritto di essere protagonista di questa giornata”.
Ma cosa è accaduto nel capoluogo torinese? I rider hanno cercato di entrare nel corteo da Galleria San Federico, ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine in assetto anti sommossa. Dal corteo si è levato il grido ‘dentro dentro’. “Il primo maggio per noi è un giorno di lotta in cui, ancora una volta, vogliamo ribadire che le condizioni in cui lavoriamo sono inaccettabili e che siamo stufi di morire in strada per qualche euro”, dicono i rider, che hanno acceso alcuni fumogeni sotto i portici di via Roma.
“Oggi dovrebbero parlare solo i lavoratori, e tutti coloro che purtroppo un lavoro non ce l’hanno e lo stanno cercando. Eppure anche la politica è da stamattina che tuona, proclama, declama. Sto leggendo tante belle dichiarazioni: reboanti, altisonanti, stentoree. Ma la verità è che la politica è avvolta nell’ambiguità”, ha scritto in un lungo post su Facebook Conte. “Tante forze politiche fingono di ignorare che alcune soluzioni – non tutte, per carità – sono già a portata di mano. Alcuni partiti – aggiunge – fingono addirittura di non avere un ruolo, un potere concreto, quasi non avessero parlamentari che possono tranquillamente sostenere già domattina testi normativi che ci consentirebbero davvero di onorare degnamente la Festa del Lavoro”.
Quindi ricorda che in Senato “giace da tempo un nostro progetto di legge sul salario minimo”. Il ministro Orlando, dice ancora Conte, ha “dichiarato di volere lavorare in questa direzione”. E allora, aggiunge, “che inviti i componenti del suo partito a lavorare in Commissione lavoro, al Senato, per approvare la soglia del salario minimo, raccordandola alle norme sulla tutela collettiva” dei lavoratori. E rilancia: “Approviamo anche l’emendamento ‘Taglia prezzi’ in discussione, sempre al Senato, per detassare gli aumenti retributivi contrattuali – conclude il leader M5s – Quanto alla sicurezza sul luogo del lavoro, chiedo alle altre forze politiche di fare chiarezza: condividete o no il nostro progetto per istituire una Procura nazionale specializzata in tema di sicurezza dei luoghi di lavoro? Non dite sì. Semplicemente lavoriamo e appoggiamo insieme questo ulteriore passo avanti”.