I palazzi di Borodyanka, smembrati e tirati giù come un castello di carte. Quelle della cittadina a nord dell’oblast di Kiev sono le immagini di distruzione che resteranno maggiormente a lungo nell’immaginario collettivo. I palazzi tipici dei paesi dell’ex Unione Sovietica, le cosiddette ‘stecche’, che si trovano nel cuore di Borodyanka sono stati tirati giù a pezzi. Edifici da sei piani sventrati, dati alle fiamme dai carri armati russi sia in ingresso che in ritirata dalla zona di conflitto. Rispetto a Irpin, Bucha, Hostomel e alle altre città della regione, Borodyanka è senza dubbio il centro che ha subìto più danni a livello di patrimonio edilizio. Le macerie sono ovunque e fanno spavento. Oltre ai palazzoni devastati anche le villette e le case a un piano all’ingresso sud della cittadina sono state sbriciolate. La furia dell’esercito occupante non ha lasciato scampo praticamente ad alcun edificio di Borodyanka. Sulla palazzina che ospita un centro per l’impiego lungo il viale che immette in centro i russi, oltre a cannoneggiare, hanno voluto anche infierire lasciando scritte e disegni macabri con la vernice: teschi e le ‘V’ nere, simbolo di occupazione e di violenza. A proposito delle macerie, ci sono volute settimane per rimuovere quelle dei palazzoni in centro da dove sono riaffiorati decine di cadaveri.
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