Alla fine, in qualche modo, la linea è stata trovata: attaccare Lavrov difendendo Mediaset. Ma non è stato facile ieri sciogliere il cortocircuito che si era venuto a creare dopo l’intervista del ministro degli esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov, a Zona Bianca, su Rete 4 domenica sera. Dove a interloquire con Lavrov c’era il suo conduttore, Giuseppe Brindisi. “Zelensky ebreo? Anche Hitler lo era. I peggiori antisemiti sono proprio gli ebrei…”, sono le parole del ministro che hanno provocato reazioni in tutto il pianeta. E ancora: “Gli ucraini erano stufi del regime di Zelensky”; “la stampa italiana è senza etica professionale”; “Zelensky deve dire ai suoi soldati neonazisti di lasciar andare i civili”; “sul gas avete rubato i nostri soldi tenendoli nelle vostre banche”. Più molte altre. La critica che arriva da più parti, non è aver ospitato Lavrov, ma averlo fatto parlare senza contradditorio o domande incalzanti. E qualcuno ha portato ad esempio le interviste fatte solo poche settimane fa da Christiane Amanpour per la Cnn e dai cronisti della Bbc a Dimitri Peskov, portavoce di Putin, messo parecchio sotto torchio.

Ma torniamo al centrodestra e soprattutto a Forza Italia, che si è trovata nel non facile compito di dover criticare Lavrov assolvendo però Mediaset. Che è pur sempre l’universo televisivo del padrone, Silvio Berlusconi. E gran cassa di risonanza, coi suoi talk, anche per gli alleati Meloni e Salvini. Maurizio Gasparri, esponente forzista della Vigilanza, la risolve così: “Mentre in tante tv imperversano presunti esperti della tragedia ucraina, non capisco perché ci s’indigna per l’intervista di Lavrov su Rete 4, che rappresenta il punto di vista della Russia e un’occasione per incalzarlo con domande, che sono state puntualmente fatte”. Suo collega in Vigilanza è il forzista Andrea Ruggieri. “Complimenti all’informazione Mediaset, che è riuscita a mettere a segno un colpo straordinario. Ascoltare il delirio di Lavrov è utilissimo per capire a che livello lunare sia la propaganda russa”, afferma il deputato. Nel tardo pomeriggio parla anche Antonio Tajani. “Gli attacchi della sinistra a Mediaset sono solo strumentalizzazione politica. Quello di Mediaset è uno scoop e l’intervista è stata realizzata come l’avrebbe fatta qualunque cronista, tanto più che parliamo del conduttore di un programma che si è sempre mostrato anti-russo”, le parole del numero due forzista. Ma non tutti nel partito berlusconiano la pensano allo stesso modo. Per Elio Vito, membro del Copasir, “il soliloquio di Lavrov non è stato solo un grave errore, ma un mancato rispetto della risoluzione del Parlamento Ue, poiché la propaganda russa e la disinformazione sono parte integrante dell’aggressione all’Ucraina”.

In difesa di Mediaset, invece, accorrono Lega e Fratelli d’Italia (sempre molto presenti nei programmi del Biscione), ricompattando per un giorno l’intera alleanza di centrodestra. Per Giorgia Meloni, reduce dal successo dell’assemblea programmatica a Milano, “Lavrov ha detto una serie di bestialità che fanno comprendere le insensate giustificazioni del governo russo all’invasione, ma la responsabilità di tale affermazioni non può essere data a Mediaset”. Il ministro degli esteri russo, secondo Daniela Santanché, “voleva fare propaganda al suo regime ma ha finito col mettere a segno un clamoroso autogol, per questo non capisco gli attacchi della sinistra a Mediaset”. Contro una presunta richiesta di censura si scaglia la Lega. “Un conto è criticare duramente le parole di Lavrov, altro è attaccare una grande e libera tv nazionale. La censura non ci piace all’estero, figuriamoci in Italia”, dice una nota del partito di Matteo Salvini. Nel coro stecca però la voce del presidente del Copasir, il meloniano Adolfo Urso, secondo cui “l’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni e la nostra decisione di convocare in audizione di vertici di Agcom e Rai”.

A sinistra parlano in molti, specie nel Pd, da Enrico Letta a Debora Serracchiani, e tutti contro Mediaset. Tanto che alla fine, a difesa dell’azienda, è costretto a intervenire Mauro Crippa. “Lavrov ha fatto affermazioni deliranti e palesemente false ma, comunque la si pensi, oggi sappiano qualcosa in più della Russia e di chi la governa. Lavrov è il numero due della Federazione Russa, quindi l’intervista è un documento che fotografa la storia contemporanea”, sottolinea il capo dell’informazione di Mediaset.

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