Il medico, diventato un importante testimone nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione degli interventi per combattere la pandemia, era a capo dei ricercatori Oms in Italia. Adesso si appresta ad assumere un incarico di collaborazione con il direttore sanitario nella gestione degli interventi di epidemiologia e infettivologia della struttura sanitaria
La “rivincita” del medico e ricercatore che ha denunciato le carenze nel piano di gestione della pandemia e le pressioni subite dai vertici della struttura italiana dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, al punto da essere costretto a dimettersi dall’incarico. Il dottor Francesco Zambon ha vinto un concorso bandito dall’Ulss 2 di Treviso per un posto di dirigente medico a tempo determinato, anche in virtù del suo curriculum. Il medico, diventato un importante testimone nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione degli interventi per combattere la pandemia, era a capo dei ricercatori Oms in Italia, dall’ufficio veneziano. Adesso si appresta ad assumere un incarico di collaborazione con il direttore sanitario nella gestione degli interventi di epidemiologia e infettivologia della struttura sanitaria. Spetterà a lui occuparsi di predisporre i piani di prevenzione e di gestione delle emergenze sanitarie, a cominciare dal Covid e alle continue varianti del virus.
Zambon è originario di Vittorio, si è laureato a Padova, conseguendo un dottorato in Sanità pubblica e, negli Stati Uniti, un master in Business administration. Era entrato nei quadri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2008. Poi il fattaccio legato al Covid. Il 14 maggio 2020 era stato pubblicato sul sito dell’organizzazione un rapporto, che però era scomparso nell’arco di 24 ore. Vi si sosteneva che il piano pandemico italiano più recente risalisse al 2006, una versione che era poi stata copiata e incollata ogni anno fino al 2017. Secondo la ricerca, proprio la mancanza di un piano aggiornato avrebbe contribuito alla gestione non propriamente efficiente della prima fase dell’emergenza sanitaria. A marzo 2021 Zambon si era dimesso, a seguito delle polemiche che erano scaturite dalla denuncia. “Non ero più messo nelle condizioni di lavorare – aveva spiegato – Sono stato isolato, c’era sempre meno comunicazione con i colleghi, il materiale che mi veniva assegnato era trattato con le pinze, probabilmente vagliato dall’ufficio legale. Per questo ho chiesto il trasferimento all’estero, ad esempio nella sede di New York. Ma mi è stato risposto che non era possibile”.
Le dichiarazioni molto critiche nei confronti dei vertici dell’Oms in alcune trasmissioni televisive hanno portato il direttore vicario Ranieri Guerra ad avviare un’azione civile nei confronti di Zambon e delle emittenti, con una richiesta di risarcimento per danno d’immagine di 2 milioni e mezzo di euro. Secondo Guerra, la decisione di togliere il rapporto dal sito non sarebbe stata presa da lui, bensì dal direttore europeo Oms, non tanto per occultare la denuncia di Zambon sul mancato aggiornamento del piano pandemico, ma per evitare attriti con la Cina in relazione a un capitolo che affrontava il tema della genesi del virus.
Contro la posizione del direttore Guerra era intervenuto il direttore generale Oms, Adhanom Ghebreyesus Tedros. Sulla vicenda Zambon ha scritto il libro Il pesce piccolo. Una storia di virus e segreti, raccontando la sua esperienza di uomo solo nel momento in cui gli fu affidato l’incarico di coordinatore della risposta Covid per l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nella presentazione si legge: “Nessuno sa quante vite sarebbero state risparmiate, ma tutti devono sapere quali sono state le omissioni, le coperture, le viltà che hanno reso il nostro paese così colpevolmente fragile”.