La polizia di Palermo ha arrestato un ex consigliere comunale, Giulio Cusumano, e un cantante, Alessio Scarlata, accusati di truffe ai danni dello Stato e falsi in atti pubblici: entrambi gli indagati, per la misura cautelare emessa dal gip, si trovano ai domiciliari. Oltre ai due arrestati sono indagate altre 15 persone, accusate degli stessi reati, tra cui rappresentanti legali e referenti di associazioni del mondo teatrale e culturale palermitano, nonché alcuni titolari di licenze comunali (cocchieri, tassisti e motocarrozzette) e medici del capoluogo.
L’indagine che ha condotto agli arresti è in mano alla sezione anticorruzione della squadra mobile di Palermo, coordinata dalla procura, ed è partita dalla denuncia di un funzionario del comune: stando a quanto emerso, l’uomo ha raccontato di “aver subito pressioni e intimidazioni” da parte di Cusumano – eletto nella lista civica Palermo 2022 e poi dimessosi per passare ad Azione – e Scarlata perché “favorisse associazioni culturali amiche che operano nel mondo teatrale palermitano”. Tramite riscontri documentali e accertamenti bancari, l’attività investigativa si è concentrata su diverse procedure amministrative che riguardavano l’assegnazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di eventi culturali, teatrali e sociali che si sono svolti nel capoluogo siciliano.
In particolare, è emerso che nell’ambito della manifestazione “Palermo città della cultura 2018”, i due complici – ritenuti “gestori di fatto” di alcune associazioni culturali e “organizzatori occulti” di progetti – per ottenere fondi da parte della Fondazione Sant’Elia, avrebbero presentato una falsa documentazione fiscale con costi in realtà inesistenti o “palesemente gonfiati”: le somme ricevute a titolo di finanziamento sarebbero poi state utilizzate per saldare debiti personali o per fare regali a parenti ed amici.
Le stesse modalità di azione, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbero state utilizzate anche nell’ambito di un progetto realizzato nella casa circondariale Pagliarelli, destinato ai detenuti e alle loro famiglie, “predisponendo il rendiconto al comune di Palermo per la liquidazione del finanziamento dell’iniziativa con falsi documenti attestanti costi mai sostenuti”.
Nel corso delle indagini sulle attività di Cusumano inoltre, sono emerse “indebite ingerenze nelle procedure amministrative” riguardo allo Sportello Unico attività produttive del comune di Palermo (Suap): l’uomo avrebbe fatto decadere o revocato sanzioni amministrative nei confronti di titolari di licenze comunali, tra cui cocchieri, tassisti e motocarrozzette, “prodigandosi in loro favore”. A questo scopo Cusumano avrebbe escogitato una “vera e propria attività illecita“, per la quale i titolari delle licenze esibivano al Suap certificazioni mediche che attestavano false patologie per ottenere l’archiviazione dei procedimenti di revoca o decadenza delle sanzioni.