I rimborsi, si legge nella nota di Reuters, entrano in vigore retroattivamente dal 1° gennaio: oltre alle procedure di interruzione di gravidanza, sono incluse cure bariatriche, oncologiche, di anomalie congenite entro 24 mesi dalla nascita, trattamenti di salute mentale e servizi per i disturbi da abuso di sostanze
Amazon rimborserà i dipendenti degli Stati Uniti che viaggiano per “trattamenti medici non pericolosi per la vita”, inclusi gli aborti elettivi. Un messaggio al personale, secondo quanto riportato da Reuters – ha annunciato che l’azienda pagherà fino a 4.000 dollari ogni anno di spese di viaggio per trattamenti medici non disponibili nelle vicinanze e ha annunciato piani che garantiscono l’accesso all’aborto delle dipendenti. In controtendenza rispetto alle crescenti restrizioni a livello nazionale, la scelta aziendale arriva nelle ore in cui si diffonde la notizia che la Corte Suprema degli Stati Uniti intende votare per annullare la storica sentenza del 1973 Roe vs Wade, che garantisce il diritto all’aborto negli Usa.
I rimborsi entreranno in vigore retroattivamente a far data dal 1° gennaio dell’anno corrente e potranno applicarsi ai trattamenti medici che non sono disponibili all’interno di un raggio di 100 miglia (161 km) dalla casa di un dipendente e per i quali non sono disponibili opzioni virtuali. Un portavoce di Amazon ha poi confermato alla BBC che sono incluse cure bariatriche, oncologiche, di anomalie congenite entro 24 mesi dalla nascita, trattamenti di salute mentale e servizi per i disturbi da abuso di sostanze.
Amazon è uno dei maggiori datori di lavoro del settore privato degli Stati Uniti, con 1,1 milioni di dipendenti a tempo pieno e part-time nel paese: impiega la maggior parte del personale a livello nazionale in California, Texas e nello stato di Washington, sede del suo quartier generale globale. L’azienda offrirà anche fino a 10.000 dollari per problemi medici urgenti e potenzialmente letali.