È terminato con la assoluzione di tutti e quattro gli imputati perché il fatto non sussiste, a Torino, il processo per il caso Urban Center. La sentenza riguarda Guido Montanari, ex vicesindaco di Torino all’epoca dei fatti, Valentina Campana, attuale capo di gabinetto del sindaco Stefano Lorusso, chiamata in causa come direttrice dell’Urban Center, la presidente Elena della Piana e Marco Demarie, funzionario della compagnia di San Paolo. Secondo la procura nel 2019 si erano verificate irregolarità nella nomina di Campana.

L’accusa, mossa dal pm Gianfranco Colace, era di turbativa d’asta. Campana era già direttrice di Urban Lab ma il suo incarico era scaduto a dicembre 2018. L’ente aveva messo di nuovo a bando il posto nel 2019, ma al 30 aprile, alla chiusura della procedura di selezione, nessuno dei candidati era risultato idoneo. Così il direttivo di Urban Lab aveva riconfermato al vertice Campana che non aveva partecipato al bando.

L’accusa aveva chiesto otto mesi di reclusione per tutti. Gli avvocati difensori Mariagrazia Pellerino, Cosimo Palumbo e Alberto Mittone avevano insistito sulla non sussistenza del fatto e il tribunale ha dato loro ragione. “Siamo sempre stati molto tranquilli. Ma quello che mi lascia perplesso è stato l’impiego di giudici, apparati inquirenti, intercettazioni, sequestri di telefonini e quant’altro per una cosa che oggettivamente non c’era: niente passaggi di denaro, nessuna persona che avrebbe dovuto fare il concorso, nulla di nulla. Mi chiedo quindi come sia possibile che di fronte a una situazione di sicurezza molto grave come quella esistente nel nostro Paese, con reati veri, organizzati e non, si perdano soldi e tempo per una vicenda inesistente come la nostra” dice Montanari.

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