L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente. Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica, sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati, sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi”. A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che è intervenuto alla plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo. “L’Italia sostiene l’apertura immediata dei negoziati di adesione con l’Albania e con la Macedonia del Nord – ha proseguito – in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli – ha concluso – all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’Unione europea. Dobbiamo seguire il percorso d’ingresso che abbiamo disegnato, ma dobbiamo anche procedere il più speditamente possibile”.

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Draghi a Strasburgo: “Aiutare l’Ucraina vuol dire lavorare per la pace. La priorità è il cessate il fuoco”. Il suo discorso in un’aula semivuota

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