Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, intervenuto al programma “Was nun …?”, trasmesso il 2 maggio in prima serata dalla ZdF ha sottolineato che non prevede di andare in Ucraina. La sua decisione arriva in seguito al rifiuto di Kiev di accogliere il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier con i Capi di Stato della Polonia e dei tre Paesi Baltici. “Costituisce un impedimento”, ha detto Scholz, che ha poi proseguito: “Non si può fare. Non può funzionare che a un Paese come la Germania che concede così tanti aiuti finanziari e militari, di cui si ha bisogno sia per garanzie di sicurezza sia per il futuro dell’Ucraina, si dica che il Presidente non può venire”. L’ambasciatore ucraino a Berlino Andrij Melnyk ha risposto oggi tramite l’agenzia Dpa all’indirizzo di Scholz: “Giocare all’offeso non suona molto da uomo di Stato. Si tratta della più brutale guerra di annientamento dall’aggressione nazista dell’Ucraina, non è un asilo d’infanzia”.

In un’intervista alla Bild domenica Melnyk aveva già censurato che nessun membro del Governo tedesco sia ancora andato in Ucraina. “Dimostra la tragicità della politica tedesca. Olaf Scholz bene o male è come Angela Merkel: prima attendere, guardare, e prima o dopo decidere. Quello che manca sono fantasia e coraggio”. In effetti vi si sono però già recati tre componenti dei partiti della coalizione di governo: Marie-Agnes Strack-Zimmermann (FDP), Anton Hofreiter (Verdi) e Michael Roth (SPD). L’offesa a Steinmeier resta tuttavia un ostacolo per il governo di Berlino. Domenica nell’emissione di Anne Will sulla Ard la Ministra degli Esteri Annalena Baerbock aveva anticipato che pianifica di andare a Kiev come prima componente del Governo, ma vuole dare la precedenza al Presidente, pur soggiungendo che “non vuol dire però che in futuro non andrò”. Il capo del gruppo conservatore all’europarlamento Manfred Weber (CSU) al Bayerischer Rundfunk ha fatto sapere di non approvare la scelta di Scholz di non andare a Kiev. “Cosa devono fare adesso gli ucraini? Devono chiedere scusa che non hanno invitato il Presidente?” stanno facendo una battaglia “per la sopravvivenza” concludendo “adesso si mandi giù ed una volta che si è presa una decisione, anche se è stato dichiarato che non era perfetta, si mostri solidarietà”.

In piena campagna elettorale per lo Schleswig-Holstein e il più popoloso Nord-Reno Vestfalia, per l’opposizione potersi profilare è una manna. Il capogruppo della Cdu Friedrich Merz in una conferenza stampa con Hendrik Wüst, Governatore Cdu in lizza per la rinomina in Nord-Reno Vestfalia, e l’omologo bavarese Markus Söder (Csu), ha ripetuto che andrà a Kiev in settimana. Ha sottolineato di aver consigliato allo stesso Scholz di andarci, ma in due mesi non lo ha fatto. “Ovviamente informerò compiutamente il Governo dopo il mio viaggio” ha assicurato. I propositi del leader della Cdu erano noti già domenica mattina e Scholz dagli schemi della ZdF ieri sera ha fatto buon viso a cattivo gioco, il viaggio di Merz non lo disturba: “Mi ha descritto il suo desiderio e non ho obiezioni, lo approvo, parleremo dopo di quello che avrà da dirmi. Altrimenti non sarebbe corretto in democrazia”. Per la Spd la condotta dell’Unione Cdu/Csu però supera un limite: la prassi è che in tempi di crisi si agisca con responsabilità politica per lo Stato e non per calcoli di partito. Il presidente della commissione esteri Michael Roth, che è già andato a Kiev ribadisce dunque che è positivo che anche politici tedeschi vadano a Kiev, ma ammonisce: “Devono aver buoni motivi. È una cattiva ragione portare la lotta politica interna in Ucraina per profilarsi politicamente. Non è indicato alla drammaticità della guerra”. Il segretario generale della Cdu Mario Czaja ha cercato di parare le critiche dichiarando alla Deutschlandfunk che è solo il momento giusto di mostrare solidarietà all’Ucraina e che il viaggio di Merz non ha nulla a che fare con le elezioni. D’altronde anche Gregor Gysi, portavoce esteri della frazione dei Linke, con l’ex candidato alla presidenza federale del partito Gerhard Trabert ed il portavoce stampa dei Linke, viaggiano oggi in Ucraina. Previste quattro tappe, ma non contatti al ministero degli esteri, Gysi ha sottolineato che l’ambasciatore Melnyk non ha risposto alla sua richiesta di fare da tramite.

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