“Parte del centrosinistra è accusata di essere filoputiniana? Ma, insomma, a destra c’era gente che ha detto che Putin valeva due Mattarella e che era un protagonista della civiltà cristiana europea. Sempre a destra c’era chi si è scambiato letti a baldacchino, piumini e piumoni con Putin. E adesso i guai ci arrivano in casa nostra? Bisogna essere anche un po’ coglioni per dire questo”. Così, ai microfoni di “Radio Immagina”, il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, commenta le accuse di divisioni interne alla coalizione di centrosinistra circa la posizione nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.

E puntualizza: “Io, invece, penso che su due o tre punti si possa tenere insieme tutto il popolo progressista. Primo, non c’è dubbio che l’aggressore sia la Russia e non ci sono giustificazioni geopolitiche o storiche per questo: la rivincita sulla storia ce l’hai solo nella pace. L’Europa ha dimostrato questo dopo secoli di guerra. Secondo – continua – gli ucraini hanno deciso di resistere e gli diamo una mano. C’è stata una discussione sulle forme di questo aiuto: alcuni di noi hanno detto no alle armi e sì alle sanzioni, altri hanno detto sì alle armi. È un dibattito legittimo. Adesso il punto torna a essere la necessità di un negoziato con gli ucraini in piedi. Possiamo tutti essere d’accordo su questo”.

Circa le polemiche sulle ospitate televisive di esponenti del regime russo, Bersani osserva: “io ho una mia idea non da oggi, e cioè che la democrazia non sta insieme col pensiero unico o la censura. E allora qual è il punto? Che si tratti di Lavrov oggi o dei no vax ieri, il punto è il glorioso mestiere del giornalista, che deve fare la seconda domanda e prendersi la responsabilità di non far passare fake news e falsità. Non vedo altra strada. Io sono contro censure o cose di questo genere”.

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