Quello che era iniziato come uno scoop giornalistico realizzato dal New York Times si sta velocemente trasformando in una emorragia di informazioni che dall’intelligence americana finiscono sulle pagine e i siti dei principali network americani. Ma allo stesso tempo complicano la posizione statunitense nel conflitto ucraino esponendo Washington alle ritorsioni russe. Dopo l’indiscrezione pubblicata dal Times, secondo cui gli apparati americani hanno fornito informazioni a Kiev per localizzare e uccidere alti generali russi sul campo, oggi lo stesso quotidiano, insieme a Washington Post, Cnn e Nbc riportano di altre soffiate riguardanti l’incrociatore Moskva che hanno permesso ai militari di Volodymyr Zelensky di intercettarla, colpirla e affondarla. Versione che, se confermata, potrebbe portare Vladimir Putin a considerare gli Stati Uniti come Paese cobelligerante, aumentando così il rischio di un allargamento del conflitto a livello mondiale.

Secondo i media Usa, che citano fonti anonime vicine al dossier, l’incrociatore è stato colpito con missili anti-nave ucraini. Ma a fornire le informazioni necessarie a rendere l’attacco efficace sono stati i servizi segreti di Washington. Per Nbc News, gli americani, su richiesta delle forze di Kiev, hanno confermato che una nave nel Mar Nero, segnalata dagli ucraini, era in effetti l’incrociatore Moskva appartenente alla Marina della federazione, fornendone inoltre la posizione. Stando a una fonte Usa citata dal Post, nonostante il passaggio di informazioni preziose, gli Stati Uniti “non erano a conoscenza” dell’obiettivo dell’Ucraina di colpire la nave.

La notizia è stata smentita in mattinata dal portavoce del Pentagono, John Kirby: “Non forniamo informazioni sulla posizione di alti comandanti militari sul campo di battaglia né partecipiamo alle decisioni sugli obiettivi dell’esercito ucraino”, ha affermato rispondendo anche alle indiscrezioni di stampa pubblicate ieri dal Times, secondo le quali l’intelligence americana ha collaborato con i militari di Kiev per individuare e uccidere alti comandanti russi in Ucraina, e che hanno provocato la reazione della Casa Bianca che ha definito il quotidiano Usa “irresponsabile”. “Gli ucraini – ha concluso Kirby – hanno francamente molte più informazioni di noi”. Anche la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, dopo l’articolo di ieri pubblicato dal Nyt ha dichiarato che “gli Stati Uniti forniscono intelligence sul campo per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese, non forniamo intelligence con l’intento di uccidere generali russi”.

Le reazioni immediate e in alcuni casi scomposte dell’amministrazione Biden testimoniano la consapevolezza che se venisse dimostrata una collaborazione attiva di Washington nelle operazioni militari di Kiev, questa potrebbe essere letta da Vladimir Putin come un atto di guerra. Ma ci sono altri due elementi che fanno riflettere. Il primo, che all’interno dell’intelligence americana è in corso un tentativo di mettere in difficoltà l’amministrazione attraverso la trasmissione di informazioni riservate ai media, a testimoniare, forse, che una parte dei servizi non condivide le posizioni spregiudicate assunte dalla Casa Bianca nel conflitto ucraino, sia dal punto di vista diplomatico che militare. Il secondo, che le soffiate sono state inviate a quotidiani tradizionalmente vicini alle posizioni Dem.

Twitter: @GianniRosini

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