Viaggi

Sulle tracce del passato, nell’essenza dei luoghi

Viaggi nel patrimonio antico, alla scoperta delle radici per conoscere il contemporaneo. Ecco quattro proposte in altrettante destinazioni dove l’incontro con la Storia diventa esperienza.

Testo e Foto di S.Meconi - Alpitour World

L’essenza del viaggio, soprattutto in un posto che non si conosce ancora, è la scoperta. Lasciarsi catturare dalle radici, dai costumi tradizionali e dalle abitudini consolidate nella storia è il modo migliore per tornare a casa con un bagaglio ricco non solo di souvenir, ma di ricordi e immagini che rimangono impressi nella mente.

Sempre più, oggi, sono i turisti che basano la loro voglia di viaggiare sull’esperienza: una parola che vuol dire tutto e può dire nulla. Cos’è, in una vacanza, l’esperienza? Può essere la visita a un museo che racchiude i cenni storiografici della destinazione scelta; si può visitare un parco naturale o fare un safari fotografico per immortalare la vastità e le innumerevoli mutazioni dell’ecosistema. Si può infine venire a contatto con popoli aborigeni e con villaggi nei quali, soprattutto nei paesi dell’America Latina e dell’Asia, si vive ancora con i ritmi scanditi dal sole e dalla luna, dalle maree e dai raccolti.

Il turista esperienziale è, in sostanza, quello che supera i limiti del comfort, dell’ordinario e dello già scritto e si avventura alla ricerca dell’essenziale. Proprio come Essentia, la linea di viaggi Made by Turisanda (brand Alpitour World) che ha come focus quello di scoprire luoghi dal fascino immortale, lasciarsi appassionare dalla cultura, vivere le stesse avventure che sono state scritte dai letterati più celebri della storia.

Ecco quattro proposte di viaggi che ricercano l’essenziale, e che toccano alcuni dei paesi più belli, e originali, al mondo.

Giordania, tra mare e deserto

Fino al 1946, la Giordania fu uno dei tanti protettorati britannici sparsi ai quattro angoli del globo. Dopo l’indipendenza, la ricerca dell’identità del paese ha permesso di scavare (in alcuni casi anche letteralmente) tra le sabbie del deserto e tra le polverose tracce di una storia millenaria. Vi basterà pensare che il sito archeologico di Pella, a Irbid, risale sì all’epoca romana ma qui vi erano comunità stanziali addirittura nell’XI millennio a.C.

Nell’innumerevole quantità di luoghi e itinerari che la Giordania offre, le due tappe più ricorrenti sono sicuramente Petra e Wadi Rum. Della prima si sono scritti fiumi d’inchiostro: capitale del regno dei Nabatei, costruita a 250 km dall’attuale capitale del paese, è un sito archeologico dove tra dune e rocce spuntano tombe reali ed edifici funerari magnifici, come il fotografatissimo El Khasneh al Faroun.

Se la visita alla Valle della Luna, Wadi Rum appunto, è l’occasione ideale per toccare con mano la brulla e magnifica natura desertica giordana, il paese però offre molti spunti unici, come la città portuale di Aqaba che segna l’unico sbocco della Giordania sul mare (il Mar Rosso) o Gerasa/Jerash, una delle poche zone verdi di tutta la nazione, grazie allo scorrere del fiume Giordano.

India in treno

Qual è il modo migliore per visitare un paese che ha una superficie 10 volte quella italiana e una popolazione pari a 1/7 di tutta quella della Terra? Il treno. Non aspettatevi che le ferrovie indiane raggiungano gli standard di velocità della SNCF o di puntualità dello Shinkansen.

Preparatevi piuttosto a un’avventura impegnativa su carrozze cariche di persone e di storie, di immagini che si imprimono negli occhi come le foto sulle vecchie pellicole. C’è bisogno di sapersi adattare e contestualizzare, percorrendo le migliaia di chilometri che separano le principali città dell’India.

Tra le tratte principali che meritano la fatica – ripagata – del viaggio c’è sicuramente il Ranakpur Express, che collega gli stati del Rajasthan, Gujarat e Maharashtra percorrendo la distanza di 1218 chilometri in ben 23 ore e congiungendo Bikaner a Delhi. Preparatevi a riscoprire lo slow tourism nella sua forma più essenziale: qui la velocità media è di 50 km/h per i treni espressi, e di 33-37 km/h per i treni passeggeri ordinari.

Da New Delhi, ci sono diversi modi per arrivare a Varanasi, la città sacra del paese. Più occidentale nello stile e nella qualità del servizio, il Vande Bharat Express è un treno che viaggia a 130 km/h e percorre la distanza di 759 chilometri in 8 ore.

Il percorso più bello del paese è però il Maharaja’s Express: un Delhi-Varanasi-Delhi che tocca anche Jaipur, Ranthambore, Fatehpur Sikri e Agra – con visita inclusa al Taj Mahal – con cabine di lusso rigorosamente private e uno stile che unisce i colori dell’India alle meraviglie dell’Ottocento inglese. Un’esperienza da una volta nella vita, magari da riservarsi per la luna di miele, visti i prezzi piuttosto impegnativi.

Messico, sulle tracce delle civiltà precolombiane

Le tradizioni della cultura messicana, nell’incontro tra civiltà precolombiane e colonizzazione spagnola, hanno reso il più grande paese del Centro America un vero e proprio museo a cielo aperto. Culture che hanno affinità e differenze spesso evidenti, ma che spingono a visitare il paese oltre l’attrattività classica delle spiagge di Acapulco o del Quintana Roo.

Un viaggio in Messico alla ricerca dell’essenziale non può infatti che toccare antichi siti archeologici, scalare templi e apprezzare destinazioni di sorprendente modernità nonostante le centinaia di anni che portano sulle spalle. Come Teotihuacan, l’antica capitale con la sua Piramide del sole o la vicina Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, simbolo dell’identità cristiana messicana che si mescola ai riti pagani.

A Uxmal si apprezzano gli edifici Maya risalenti al X secolo, soprattutto l’imponente Piramide dell’indovino, ma allo stesso tempo si vede la contaminazione spagnola nel cosiddetto Quadrilatero delle Monache.

Il tutto, senza dimenticare Chichen Itza, l’antica capitale Maya situata nella penisola dello Yucatan, dove ancora oggi i simbolismi architettonici e le tracce di questa civiltà alimentano storie, leggende e ricostruzioni catastrofiche (ricordate la presunta fine del mondo del 21 dicembre 2012?).

Turchia, tra fate e dervisci

Non è facile arrivare in Turchia, e pensare di carpire in un colpo solo i tanti volti di questa terra sospesa tra una modernità imposta e una tradizione che non manca di alimentare il quotidiano. Basti pensare all’Hagia Sofia di Istanbul: chiesa cattolica, moschea, museo, poi di nuovo moschea. Il repubblicanesimo laico di Ataturk alla prova del neo-islamismo di Erdogan: è la rappresentazione attuale di una terra che somiglia a Giano Bifronte.

Ed ecco che, allontanandosi dalle città sfavillanti e dai loro monumenti perfetti per riempire la galleria del telefono, si scopre un paese diverso, radicato nelle tradizioni e nella magnificenza di una natura multiforme. Come quella della Cappadocia, dove in alcuni casi si sente ‘aria di casa’: è quella di Ozkonak e Kaymakli, città scavate nella roccia che sembrano aver ispirato la nostra Matera.

La roccia, le grotte, le piscine naturali sono elementi ricorrenti nella natura cappadocica: dal sito di Pamukkale ai Camini delle fate di Goreme, a volte lo sguardo pare tradire e uscire dal mondo del reale per entrare in quello delle fiabe. Un’ispirazione che ricorre anche ammirando la danza meditativa dei Semazen, quei ‘dervisci rotanti’ che abbiamo conosciuto grazie a Franco Battiato. Sapevate, infatti, che questi monaci di fede islamica ruotano su loro stessi per avvicinarsi a Dio, lasciando che la musica li allontani dal proprio corpo?

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