“È vero, l’ho presa io la carta di credito. Ho fatto una cazzata”: lo ha confessato un carabiniere, le cui iniziali sono S. A., della stazione di Verona San Massimo. La carta apparteneva, si legge sul Corriere del Veneto, ad un uomo di lingua singalese che i militari avevano fermato ubriaco alla guida nel luglio del 2019. Ieri S.A., un 35enne originario di Maglie, è stato condannato a due anni di reclusione e interdetto per 5 anni dai pubblici uffici “per la gravità dei fatti commessi”. Reo confesso dei reati di peculato e di tentato indebito utilizzo della carta, gli è stato scontato un terzo della pena finale – come prevede il rito abbreviato – dal giudice Marzio Bruno Guidorizzi.

Il militare, si legge sul quotidiano, non si è “soltanto” appropriato della carta di credito di quel cittadino dello Sri Lanka trovato al volante “in stato di alterazione alcolica”, ma ha tentato per quattro volte di usarla – senza riuscirci – per comprare un hard disk su Amazon dal valore di un centinaio di euro. In questo modo si è macchiato di due reati: peculato, perché si è appropriato della carta che aveva a portata “per ragioni di servizio” visto che era capopattuglia e tentato indebito utilizzo della carta, per i – tentati – acquisti su Amazon non andati a buon fine, che il militare ha provato a fare usando un account fasullo, “Antoin Delacroix”, il giorno dopo il controllo stradale in cui è stata fermata la vittima.

Il carabiniere è ancora in divisa e non ha subìto alcun procedimento disciplinare, ma è stato trasferito fuori Verona. “Mi dispiace, è tutto vero, non so cosa mi sia capitato, sto attraversando un periodo difficile”, ha reagito il carabiniere quando i colleghi gli hanno chiesto conto della “sparizione” di quella carta di credito.

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