Giacomo Sartori si è suicidato, probabilmente a causa di un “esaurimento emotivo” alimentato dai due furti subiti nel giro di pochi mesi. È questa la conclusione a cui è giunta la Procura di Milano al termine delle indagini sulla morte di Giacomo Sartori, il ragazzo di 29 anni ritrovato impiccato con un cavo elettrico nei pressi dell’agriturismo Cascina Caiella (Pavia) il 24 settembre 2021. Per questo, secondo quanto riferisce Corriere della Sera che dà la notizia in anteprima, il pubblico ministero Andrea Zanoncelli è pronto a chiedere l’archiviazione del fascicolo per suicidio.
L’autopsia effettuata sul corpo del giovane scomparso da Milano nella notte tra il 17 e il 18 settembre scorso dopo aver subito il furto del suo zaino ha accertato “l’assenza di segni di violenza o di pressione esterna“. Sul cavo utilizzato per impiccarsi era presente solo il suo Dna. Stessa cosa all’interno della sua macchina, nella quale – unico dettaglio degno di nota – i sedili erano in un posizione diversa dal solito: secondo gli inquirenti, è probabile che il ragazzo sia rimasto diverse ore nella vettura a pensare prima di uccidersi.
A occuparsi dell’inchiesta sono stati gli esperti investigatori della squadra Omicidi del Nucleo investigativo di Milano. Non a caso, dato che i misteri erano tanti, a partire dallo zaino rubato al ragazzo in un locale di Porta Venezia la sera stessa in cui decise di togliersi la vita – una scelta, a quanto pare, frutto di un esaurimento emotivo. “L’inchiesta ha seguito lo stesso meticoloso protocollo previsto nei caso di omicidio“, ha spiegato Zanoncelli al giornale di Via Solferino. Ma, sulla base delle informazioni reperite e dei rilievi, gli inquirenti hanno escluso l’ipotesi che il giovane sia stato ucciso dal ladro del pc – che avrebbe potuto convocare la vittima per una trattativa legata alla restituzione. Sartori non ha mai seguito il segnale del computer aziendale e del cellulare rubato.