Oltre che per le borse sono giornate complicate anche per valute digitali. Negli ultimi 8 giorni il bitcoin ha inanellato sette cali, con un valore precipitato da oltre 39mila dollari a 35mila, con un passaggio a quota 32mila, il valore più basso dallo scorso luglio. Nell’ultimo mese le quotazioni della più nota e diffusa criptovaluta sono scese del 17%, da inizio anno del 24%. Cali simili anche per Ether, Dogecoin (- 11% nell’ultimo mese), Litecoin (- 16%) e più marcati per Cardano (- 28%). Chi sperava e spera in una de-correlazione con gli indici azionari, Nasdaq in particolare, vede vacillare convinzioni maturate negli ultimi mesi. E’ opportuno notare che le valute digitali si diffondono dopo la crisi finanziaria del 2008, in un contesto monetario anomalo, caratterizzato da un’abbondante liquidità. Ora che le banche centrali iniziano a ridurre la quantità di denaro in circolazione torna a rafforzarsi la gerarchia dei prodotti finanziari. A parte la moneta, dollaro in particolare, tutti gli altri sono promesse di pagamento di moneta (obbligazioni, azioni, derivate etc).

Quando le condizioni monetarie sono lasche, questa gerarchia si attenua. Quando si stringono si ristabilisce. Per le monete digitali questa fase diventa una sorta di prova del nove per verificare come si comportano in una fase monetaria meno espansiva che sinora non hanno mai sperimentato. Come riporta l’agenzia Bloomberg, secondo i dati di Coinglass, circa 475 milioni di dollari in posizioni lunghe sui bitcoin sono state liquidate solo nella giornata di ieri. David Duong, responsabile della ricerca presso Coinbase Global Inc., ha affermato che quest’anno ci sono molti fattori contrari che devono affrontare le criptovalute , comprese le politiche più aggressive delle banche centrali, nonché l’incertezza sul percorso di economie globali.

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