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Blog - 7 Maggio 2022
Non è Voltaire
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- 11:08 - Energia: Renzi, 'anno nuovo, bollette nuove ma stipendi vecchi'
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Siamo alla canna del Gas. Sta aumentando il prezzo in modo preoccupante. E meno male che dieci anni fa prendendoci gli insulti di mezza Puglia abbiamo mandato avanti il progetto Tap salvando l’Italia da una crisi senza precedenti. Il Governo parla di tutto tranne che delle bollette, domandatevi perché… Anno nuovo, bollette nuove, stipendi vecchi". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
- 11:06 - Space X: Renzi, 'Meloni spieghi in aula, amichettismo non è regola'
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Bloomberg ha scritto che Giorgia Meloni ed Elon Musk stanno chiudendo un accordo per dare al miliardario americano 1.5 miliardi di dollari per un progetto di sicurezza e comunicazioni in Italia. Non entro nel merito. Voglio solo che sia chiaro che in Italia vige ancora la democrazia parlamentare". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
"Se il Governo vuol fare un’operazione del genere (Palazzo Chigi ha smentito di aver firmato, non ha smentito la trattativa) devono venire in Aula il Ministro della Difesa e il Ministro dello Sviluppo economico a spiegarci perché Musk sì ed altri no. E da dove prendono i soldi. Le sorelle Meloni sono abituate a decidere quello che vogliono nei vertici in famiglia premiando i vari amichetti. Ma l’amichettismo non può essere la regola in questo Paese. Se vogliono dare i soldi a Musk, che io considero un genio assoluto e che sono andato volutamente a incontrare da privato cittadino otto anni fa nel quartier generale di Tesla ma che non può disporre dei governi a suo piacimento, Giorgia ci metta la faccia e venga a dire perché in Aula. Sbaglio?".
- 11:02 - Iran: Renzi, 'Sala va riportata a casa, sì a scambio'
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Cecilia Sala deve essere riportata a casa. Subito. Il regime iraniano l’ha presa in ostaggio e in questi casi si fa lo scambio di prigionieri. Anche se è brutto da dirsi, lo scambio va fatto. Ogni giorno che Cecilia passa nel carcere di Evin a Teheran è una sconfitta per il nostro Paese. Qualcuno dovrà pur dirlo chiaramente: liberare una giornalista è un dovere per le Istituzioni di questo Paese, liberare Cecilia Sala è una necessità impellente". Così Matteo Renzi nella enews.
- 10:55 - Daily Crown: media, 'il principe Andrea registrò un'azienda con un nome falso'
Londra, 8 gen. (Adnkronos) - Il principe Andrea è stato denunciato alla polizia con l'accusa di aver utilizzato un nome falso per registrare un'azienda. Lo scrive il New York Post, secondo cui il terzogenito della regina Elisabetta utilizzò lo pseudonimo di Andrew Inverness nel 2003, quando assieme al magnate della vendita al dettaglio di articoli sportivi Johan Eliasch fondò una società chiamata Naples Gold Limited. Andrew, che possedeva quattro società collegate a quelle registrate con lo stesso nome presso la Companies House (l'agenzia del governo britannico che tiene il pubblico registro delle imprese), è stato descritto come un "consulente" sui moduli ufficiali, come mostrano i documenti ottenuti dal Post.
Ora, il gruppo anti-monarchico Republic ha accusato l'ex membro della famiglia reale di aver falsificato documenti ufficiali. Graham Smith, amministratore delegato dell'organizzazione, ha presentato una denuncia ufficiale a Scotland Yard. La polizia metropolitana di Londra sta al momento valutando se siano necessarie ulteriori azioni nei confronti del duca. "I reali sembrano credere di poter agire impunemente, un'impressione rafforzata dalla mancanza di azioni della polizia sulle gravi accuse di corruzione e reati sessuali", ha detto Smith al Telegraph.
Ad Andrew fu conferito il titolo di conte di Inverness dalla sua defunta madre, la regina Elisabetta II, dopo le nozze con Sarah Ferguson nel 1986. Tuttavia - precisa il New York Post - utilizzando il nome Andrew Inverness nei documenti ufficiali, il fratello minore di re Carlo si è cacciato nei guai, poiché deve affrontare accuse di utilizzo di un falso nome per scopi commerciali. Tutto questo avviene subito dopo la clamorosa chiusura della società finanziaria che gestiva gli investimenti privati di Andrew.
- 10:53 - Parkinson, Bentivoglio (Gemelli): "Tante possibilità di terapie personalizzate’
Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) - “Nella storia del paziente con malattia di Parkinson ci sono veramente tante possibilità per una personalizzazione del trattamento: dalla terapia per bocca, all’infusionale, fino agli interventi chirurgici”. Così Anna Rita Bentivoglio, professore associato di Neurologia, Istituto di Neurologia Facoltà di Medicina Università Cattolica di Roma e responsabile Uos Disturbi del movimento, Policlinico Gemelli, all’Adnkronos Salute, chiarisce come si tratti “di una patologia complessa che non si esaurisce solo nel tremore a riposo, che è il sintomo conosciuto un po' da tutti, ma comprende altri disturbi, soprattutto non motori”.
Nei primi anni di malattia “le persone, nella maggior parte dei casi, prendendo poche pillole al giorno, riescono a guadagnare una condizione motoria e non motoria molto soddisfacente - spiega Bentivoglio - Considerando che ogni storia di malattia è diversa, dopo un certo numero di anni la giornata di chi soffre di Parkinson tende a complicarsi e iniziano a comparire delle fluttuazioni, sia motorie che non motorie. Ci sono quindi delle ore del giorno, subito dopo l'assunzione delle pillole, in cui il paziente si sente bene, il tremore scompare o diventa molto meno evidente, è meno rigido e, se è rallentato nei movimenti, diventa quasi normale nella loro esecuzione. Poi, man mano che si riduce l’effetto dei farmaci, il paziente ripresenta i disturbi anche di notte: si fatica a dormire perché, per esempio, si fatica a girarsi nel letto. Grazie all’infusione dei farmaci, nel paziente con malattia complicata, il sonno torna a essere ristoratore”.
Quando la strategia di primo livello, dove si prendono le pillole per bocca, non è più sufficiente, è necessario passare al secondo che prevede l’iniezione “dei farmaci sottocute oppure li possiamo inserire direttamente nell'apparato digerente attraverso una piccola cannula che si mette nella parete dello stomaco e che si collega a una pompa che eroga piccolissime dosi di farmaco in maniera continua. Questo approccio - illustra la professoressa - cerca di rendere continua la stimolazione cerebrale rimpiazzando la dopamina, il neurotrasmettitore che è carente nel sistema nervoso centrale del paziente. La prima strategia è stata con dei farmaci dopaminoagonisti, ancora oggi è in uso la pompa con apomorfina. Da diversi anni ormai però siamo in grado di iniettare direttamente la levodopa, anche se in una forma modificata, nel sistema digerente o sottocute. In questo modo viene assorbita molto più facilmente. L'ultima frontiera della terapia infusionale è l’impiego della foslevodopa/foscarbidopa sottocute attraverso una pompa di facile gestione da parte dello stesso paziente o dal familiare, il caregiver. La terapia può essere addirittura continuativa nelle 24 ore”. Il paziente può ricevere “dosi diverse, programmate dal neurologo di riferimento, in modo personalizzato: un po' più alte durante il giorno, quando le richieste sono maggiori e un po' più basse durante le ore notturne”.
Un secondo gruppo “di strategie di secondo livello per la gestione del Parkinson sono quelle chirurgiche che permettono, da circa 30 anni, di stimolare dei nuclei cerebrali, non solo chimicamente come fanno i farmaci, ma anche attraverso l'erogazione di piccole scariche elettriche. La possibilità di fornire a un paziente che ha delle fluttuazioni sia motorie che non, una terapia infusionale - chiarisce Bentivoglio - è particolarmente preziosa per tutti coloro che non sono disposti ad andare incontro a un intervento chirurgico”, o è controindicato per varie ragioni, non ultima l’età - dopo i 70 anni “ci sono infatti troppi rischi” - oppure in attesa dell’intervento.
Al di là della questione chirurgica, “l'indicazione al trattamento è per il paziente fluttuante che, con la terapia, non ha più una qualità di vita adeguata”. Si deve considerare che è necessario anche assumere le “medicine 5-6 volte al giorno, tutti i giorni”, magari trovandosi con il “problema irrisolto e con uno stigma lavorativo e sociale”. Questa terapia infusionale, “nella nostra esperienza - aggiunge - dà una svolta radicale alla qualità di vita, non solo della persona che ha la malattia ma anche dei suoi familiari e dei suoi caregiver naturalmente. Questo si può misurare a livello clinico, ma anche con le scale di qualità di vita che misurano tutta la difficoltà o il miglioramento nell'affrontare realtà quotidiane che vanno dall'allacciarsi i bottoni della camicia, a potersi nutrire senza imbarazzo quando si porta un cucchiaio alla bocca, dal guidare l'automobile, all'affrontare una giornata lavorativa. Quando le fluttuazioni sono importanti, si vede che la terapia infusionale determina una vera svolta nel miglioramento”. Tale aspetto, valutato negli studi registrativi, viene misurato anche dal clinico, nella valutazione periodica del paziente.
Il bisogno che spesso rimane non soddisfatto del paziente in fase complicata di malattia è però il riposo notturno. Il paziente che è in terapia con farmaci per bocca, la sera prende una dose molto inferiore rispetto a quella del giorno e la notte, dopo un certo numero di ore, quando si esaurisce l’effetto, comincia ad avere difficoltà, si sente rigido, ha difficoltà se si deve alzare per recarsi in bagno, ma anche girarsi nel letto. Il paziente quindi si sveglia continuamente, compromettendo la qualità del sonno che può veramente avere una svolta e tornare a essere ristoratore quando il paziente invece durante la notte riceve la giusta quantità di farmaco che - ricorda - gli permette di riposare”.
Prima dell’avvento della terapia infusionale sottocute, “lo stesso tipo di farmaco veniva somministrato all'interno del sistema nervoso digerente - conclude Bentivoglio - e questo richiedeva necessariamente di fare un piccolo foro sulla parete addominale, che pure se mini-invasivo, significa sempre un tramite che condizionava anche la possibilità di svolgere alcune attività.
- 10:50 - **Fisco: Gdf sequestra 8 mln a Aspiag Service concessionaria marchio Despar**
Milano, 8 gen. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando provinciale di Milano stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla locale procura nei confronti di Aspiag Service (concessionaria del marchio Despar), società attiva nel settore della grande distribuzione organizzata, per l'importo complessivo di circa 8 milioni di euro. Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore contrasto illeciti dell'Agenzia delle Entrate, hanno a oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera.
Le ipotesi investigative riguardano una "complessa" frode fiscale derivante dall'utilizzo, da parte della beneficiaria finale, del meccanismo illecito di fatture per operazioni inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d'appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti, si legge nella nota del procuratore Marcello Viola.
In particolare, ricostruendo la "filiera della manodopera", è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati "schermati" da società "filtro" che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (le cosiddette società 'serbatoio'), che avrebbero sistematicamente omesso il versamento dell'Iva e gli oneri di natura previdenziale e assistenziale, secondo l'ipotesi accusatoria. Nei confronti delle persone giuridiche coinvolte sono state contestate anche condotte di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società, a favore di quest'ultima.
- 10:32 - Farmaceutica, Giancarlo Benelli è il nuovo Head of Europe di BeiGe
Roma, 8 gen. (Adnkronos Salute) - Giancarlo Benelli è stato nominato Senior Vice President e Head of Europe di BeiGene Ltd, azienda oncologica globale che intende cambiare il suo nome in BeOne Medicines Ltd. Effettiva dal 1 gennaio, la nomina – si legge in una nota - rafforzerà l’impegno dell'azienda a portare farmaci di grande impatto a un maggior numero di pazienti in tutta Europa. “Siamo lieti di dare a Giancarlo il nostro benvenuto in BeiGene e nel nostro percorso di trasformazione che consoliderà il nostro posizionamento globale di innovazione in oncologia - afferma John V. Oyler, Co-fondatore, presidente e Ceo di BeiGene - Giancarlo porta con sé una vasta esperienza e un curriculum comprovato nell’industria farmaceutica che saranno fondamentali per continuare a far crescere la nostra presenza in Europa guidata dal nostro ufficio di Basilea, in Svizzera. La sua leadership e la sua visione si adattano perfettamente a BeiGene, in linea con il nostro impegno di espandere la nostra presenza globale e migliorare le nostre capacità in questo settore. Siamo impazienti di osservare l’impatto positivo che la sua esperienza porterà al nostro team e al nostro lavoro”.
Benelli è un dirigente a livello mondiale con più di 20 anni di esperienza nell’industria farmaceutica in aziende come Novartis e AstraZeneca. Più recentemente è stato Vice President e Head Radioligand Therapy International Markets di Novartis. “Sono onorato e orgoglioso di unirmi a BeiGene in questa fase fondamentale della crescita dell’azienda - commenta Benelli - L'impegno di BeiGene nella scoperta e nello sviluppo di trattamenti innovativi che siano al tempo stesso accessibili è perfettamente in linea con i miei valori personali e professionali. Sono impaziente di entrare in contatto con più di 800 colleghi in tutta Europa per contribuire all’ambizione comune di trasformare la vita dei pazienti oncologici. Insieme, cercheremo di espandere la nostra presenza e il nostro impatto in Europa, portando speranza e guarigione a coloro che ne hanno grande necessità”.
Prima di diventare Head Radioligand Therapy International Markets a Novartis, Benelli ha ricoperto il ruolo di General Manager di Advanced Accelerators Applications, con responsabilità nella ristrutturazione dell’organizzazione della produzione, di R&D, e del settore commerciale di Saint Genis Poully in seguito all’acquisizione da parte di Novartis, garantendo la continuità aziendale e lanciando con successo 177lutezio oxodotreotide sia in Francia che in Italia nelle sfide successive alla fusione. Benelli ha conseguito un dottorato in medicina e un diploma post-laurea in chirurgia toracica, entrambi all’Università di Genova, e un diploma in economia sanitaria all’Università di York (Regno Unito).