“Musumeci? Mai più. Guardi“. Alla vigilia delle comunali di Palermo e a pochi mesi delle regionali in Sicilia, Gianfranco Micciché rompe definitivamente i rapporti col governatore della Sicilia. E lo fa con un’intervista alla Stampa in cui non risparmia stoccate all’inquilino di Palazzo d’Orleans. “Cinque anni fa subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidasse”, esordisce il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, fondamentale per l’elezione di Musumeci nel 2017. Cosa è successo poi? “Cinque anni a rompere la minchia. Ha trasformato i nostri assessori in ascari. A me ne ha tolti tre su quattro. Un episodio esemplare: un nostro consigliere comunale chiede un favore per la moglie. Il direttore della Regione mi dice: non è possibile. Dopo dieci giorni il favore viene fatto e il consigliere passa con Musumeci. Ma come: distruggi i nostri partiti e poi ci chiedi i voti?”, sono gli argomenti di Micciché.
Il viceré di Silvio Berlusconi in Sicilia poi affonda il colpo: “Musumeci odia partiti, parlamento, stampa. “Di lei si occuperanno ben altri palazzi’, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde è coerente: lui è pur sempre un fascista catanese“. Un insulto che sembra quasi doppio, visto che subito dopo Micciché – palermitano – aggiunge: “Palermo è troppo nobile e intellettuale per il fascismo“. Micciché spiega che Musumeci non lo vogliono nemmeno i centristi: “Cuffaro e Lombardo sono pronti ad andare con il Pd, se c’è Musumeci”. E prosegue dicendo che non lo vogliono “nemmeno quelli di Fratelli d’Italia! Siamo tutti matti?”. Giorgia Meloni però lo difende. “Da fascista qual è, si è accodata a La Russa, fascista siciliano come Musumeci“.
L’accordo sul Comune di Palermo è il viatico per la Regione? “Macché. Berlusconi mi ha detto: fai la mossa del cavallo e chiudi sul Comune sul loro candidato. Fatto, fregandocene della signora Meloni che ci vuole distruggere tutti. Ma Musumeci non passerà. Mai”. E se Meloni andasse da sola? “È fortissima, ma qui non si fanno colpi di mano. Vuole diventare il capo della destra europea dopo la Le Pen, trattando con quella americana. L’ho vista a Milano. Io ero a Fiuggi nel ’95. Una vera svolta. Fini era più avanti di lei oggi”, continua sempre il presidente dell’Ars. Che sul futuro di Forza Italia sembra avere le idee chiare: “Dovrebbe promuovere un ritorno al proporzionale. L’Italia è inidonea al maggioritario. Poi unità nazionale ovunque, anche in Sicilia. E dopo il 2023 avanti con Draghi“.
Nell’intervista al quotidiano di Massimo Giannini, Miccichè non risparmia stoccate al suo padre politico, cioè Marcello Dell’Utri: “Non conta più niente, parla con due persone e dicono che è una strategia. Lo usano, mi spiace per lui”. Attacchi anche a Renzi (“Uno scienziato ubriaco. Preferisce la destra peggiore ai moderati. ‘Voglio il civismo”, dice. Con la Meloni? Casomai l’incivismo”) e Giuseppe Conte ( “Sa come lo chiamano Conte in Sicilia? Papà, perché ha dato i soldi” del reddito di cittadinanza”). Elogi invece per Leoluca Orlando: “Un grande sindaco, nonostante la megalomania”.
L’intervista di Micciché ha provocato la reazione di La Russa, che avrebbe ricevuto una telefonata di scuse: “Accolgo di buon grado la completa smentita di Gianfranco Miccichè che mi ha telefonato per scusarsi di dichiarazioni che il quotidiano La Stampa gli attribuisce, in cui come disperata arma finale, attacca Musumeci, me e addirittura Giorgia Meloni con la vetusta accusa di fascismo tanto cara alla estrema sinistra orfana del comunismo. Sono certo che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica”, dice il senatore di Fdi. “Ho detto a Micciché, che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati”.