Tanto va l’evento rimandato che (l’utente) ci lascia lo zampino. L’allentamento delle restrizioni anti Covid ha dato il definitivo via libera al ritorno dei grandi eventi live estivi. Concerti attesissimi, dagli artisti e dagli addetti ai lavori che scalpitano per tornare a svolgere le loro professioni a pieno regime ma anche dai fan e dagli appassionati di musica dal vivo. Ma siamo sicuri che tutti riusciranno ad utilizzare i propri biglietti? Per arrivare alla beffa targata 2022 dobbiamo fare tre balzi indietro sul calendario. Nella maggior parte dei casi, infatti, i grandi eventi della prossima estate sono concerti inizialmente programmati per l’estate 2020, poi rimandati a quella del 2021, e infine a quest’anno. Solitamente, però, i biglietti per questo tipo di eventi vengono rilasciati con mesi e mesi di anticipo e tendenzialmente vanno sold-out velocemente. Se quindi avete in programma di assistere a un concertone la prossima estate, è assai probabile che abbiate acquistato il vostro biglietto ben tre anni fa. Ulteriore specifica: dal 1° luglio 2019, con l’obiettivo dichiarato di combattere il secondary ticketing, è obbligatorio per legge emettere solo biglietti che riportino nome e cognome dello spettatore sul tagliando stesso, da verificare esibendo un documento d’identità all’ingresso dell’evento. Contestualmente, è stata abilitata l’opzione del cosiddetto “cambio nominativo” per far sì che un tagliando possa essere ceduto legalmente sotto la responsabilità del titolare qualora si manifestasse l’impossibilità per quest’ultimo di partecipare al concerto. E qui viene il “bello”. Già, perché se fino al pre-Covid il cambio nominativo poteva essere effettuato fino all’ultimo istante prima dell’evento, compilando una sorta di delega ufficiale nella propria area personale del sito dove si era acquistato il biglietto, ora il meccanismo è cambiato e rischia di lasciare con l’amaro in bocca moltissimi fan, vittime di una micidiale combinazione danno-beffa.
Cosa bisogna fare oggi per cambiare nominativo a un biglietto? Abbiamo provato sia su Vivaticket sia su Ticketone, due tra i principali portali di rivendita di biglietti per eventi in Italia. In entrambi i casi il primo passo è l’autenticazione al sito: bisogna dunque accedere con l’account registrato con il quale si è acquistato il biglietto a suo tempo. Dopodiché bisogna recarsi nella sezione “cambio nominativo” della propria area personale: qui la pagina chiederà di inserire il codice transazione, il sigillo fiscale o il barcode, tre codici alfanumerici facilmente identificabili sul biglietto. Seve dunque possedere fisicamente il tagliando in questione. E anche fin qui, tutto regolare. A questo punto si può procedere con l’indicazione del nuovo intestatario del biglietto. Costo dell’operazione (effettuabile una sola volta per tagliando): 3,50 euro. Di nuovo, fin qui tutto bene: un controllo incrociato di dati e tracciabilità e un costo discutibile ma comunque contenuto.
Il problema arriva adesso, perché l’operazione di cambio nominativo non è finita: la novità recentemente introdotta è che la cara, vecchia delega ufficiale – da compilare e stampare sul sito, con impresso un nuovo codice a barre valido associato al biglietto – è stata sostituita dalla pratica (piuttosto inutile e incomprensibile) della ristampa del biglietto e della conseguente spedizione a domicilio. Con due conseguenze: la prima, antipatica da digerire ma tuttavia percorribile, è il costo di ulteriori 9,99 euro per portare a termine l’operazione; la seconda, contro la quale invece nulla si può fare, è che questa clausola della spedizione fa sì che l’operazione del cambio nominativo possa essere effettuata in tempi definiti, che tendenzialmente scadono un paio di settimane prima dell’evento in questione. Peccato che di questo gli utenti non sono stati informati.
Ma c’è dell’altro. Prendiamo i concerti del tour Achille Lauro – Superstar in programma quest’estate: 16 date tra luglio e settembre su e giù per l’Italia. Nonostante alcune recenti aggiunte, diverse tappe del tour erano originariamente in programma nell’autunno 2020. Quasi due anni di distanza, dunque. Ebbene, se provate oggi, dunque due mesi prima dell’evento, ad effettuare il cambio nominativo vi scontrerete contro il seguente messaggio: “Per le date di Milano, Firenze, Nichelino, Napoli, Cattolica, Venaria Reale, Cesena e Roma non è più consentito eseguire la procedura di cambio nominativo e di rivendita”. Senza che nessuno vi abbia avvisato prima, ça va sans dire.
L’altra incongruenza è che la procedura varia da evento a evento, come specificato sui siti (“La procedura di cambio nominativo viene consentita secondo modalità e tempi definiti dall‘Organizzatore e pubblicizzati nella specifica scheda dell’evento” si legge su Ticketone). Un altro esempio: su Vivaticket il cambio nominativo per il concerto dei Rolling Stones del 21 giugno a Milano è possibile fino alla mezzanotte del giorno dell’evento, quindi c’è da presumere che in questo caso si ricorrerà alla delega. Ma allora, perché non lasciare questa opzione, che evidentemente è possibile e fattibile, anche per tutti gli eventi? Passi per chi vuole muoversi per tempo e avere a pagamento il biglietto con il proprio nome stampato sopra, vuoi per collezionismo, vuoi per mania o per semplice volontà. Ma in casi di emergenza o contrattempo dell’ultimo minuto, perché non lasciare la possibilità di cedere legalmente il biglietto a una persona di mia conoscenza? Anche perché c’è un altro aspetto da non sottovalutare: il numero dei contagi da Covid 19 continua ad essere stabile, e non è così improbabile che diversi potenziali spettatori si ritroveranno in isolamento positivi al virus a ridosso dei concerti. Perché impedire loro di poter cedere il loro tagliando? Insomma, è assai probabile che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane molti fan si ritroveranno di fronte ad amarissime sorprese quando proveranno a fare un cambio nominativo. Il meccanismo della limitazione a 4 ticket acquistabili per transazione e quello dell’autenticazione e dei codici biglietto per il cambio nominativo sono due procedure ineccepibili. Perché però aggiungere le scadenze e la stampa e spedizione del biglietto obbligatorie? Quale vantaggio danno queste due clausole a un onesto utente? Quello di vedersi costretto a rivendere il suo biglietto su Viagogo o su altre piattaforme simili, forse? Ad ignari acquirenti che probabilmente non sanno che non sarà possibile cambiare il nominativo sul tagliando e quindi si vedranno rimbalzare ai cancelli d’ingresso? Si dice che a pensare male si fa peccato… speriamo tantissimo, almeno questa volta, di non azzeccarci.