Mentre nelle dichiarazioni ufficiali si esaltano l’operato dei militari russi e si celebrano le conquiste ottenute fino ad oggi nella cosiddetta “operazione militare speciale”, tra chi si trova sul campo dalla parte di Mosca inizia a circolare del pessimismo sulle possibilità di successo nella guerra contro l’Ucraina. Un esempio sono i messaggi pubblicati da alcuni membri delle forze paramilitari presenti sul profilo Telegram Reverse Side of the Medal, considerato vicino a diverse truppe private, tra cui il Wagner Group. Uno in particolare è stato pubblicato da Vladlen Tatarsky, pseudonimo di Maksim Fomin, uno degli amministratori del gruppo, una celebrità nel mondo dei paramilitari filo-russi che ha già combattuto nella regione del Donbass a sostegno della repubblica separatista di Donetsk: “Se non ci sarà la mobilitazione perderemo la guerra. Per sconfiggere l’Ucraina sono necessarie 600-800mila persone“.

Numero ben diverso dai 190mila impiegati all’inizio dell’invasione da Vladimir Putin, ai quali vanno aggiunti qualche migliaio di paramilitari. Che l’avanzata russa, seppur costante, non stesse procedendo ai ritmi sperati dal Cremlino alla vigilia dell’invasione è ormai chiaro, sia per la resistenza degli ucraini, forse sottovalutata dagli strateghi russi, che per le ingenti forniture di armamenti in arrivo a Kiev dal blocco Nato-Ue. Ma dalle istituzioni russe continuano gli inviti ai combattenti a spingere in maniera ancora più decisa per appropriarsi di altri territori, soprattutto a est e a sud, per completare il processo di ‘denazificazione’ del Paese.

Un approccio che si distacca, però, da quello di Tatarsky che nel suo messaggio Telegram continua: “Chi dice che molte persone non sono necessarie in una guerra moderna è semplicemente un pazzo. Qualsiasi siano le armi di alta precisione, solo la fanteria è in grado di avanzare“.

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