La Bce è tra i più veementi oppositori dell'indicizzazione dei salari e consiglia energicamente i governi di non adottare mai questa soluzione. "Un'indicizzazione degli stipendi all'inflazione non è desiderabile e non è prevista", ha risposto via email ai dipendenti
Chissà cosa ha pensato la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde quando anche i suoi dipendenti hanno chiesto di agganciare i loro aumenti di stipendio all’inflazione. Una sorta di bestemmia laica mentre la Bce è impegnata a combattere una corsa dei prezzi che ha portato il carovita al 7,5% quando la banca lo vorrebbe non oltre il 2%. La Bce è inoltre tra i più veementi oppositori dell’indicizzazione dei salari e consiglia energicamente i governi di non adottare mai questa soluzione. Lo scorso 5 maggio, riporta l’agenzia Bloomberg, la presidente ha quindi replicato in una email ai suoi dipendenti spiegando che “un’indicizzazione degli stipendi all’inflazione non è desiderabile e non è prevista“. Lagarde ha aggiunto di aver capito che alcuni erano “delusi” dall’aumento di quest’anno, ma ha insistito sul fatto che gli adeguamenti futuri devono essere “ragionevoli”. Al momento per i dipendenti della banca centrale è previsto un incremento generalizzato delle retribuzioni dell’1,48%. “Capisco che la cifra abbia deluso molti di voi a causa dell’elevata inflazione”, ha scritto la presidente. “Comprendiamo perché l’inflazione è una preoccupazione per molti di voi, come lo è per molte persone al di fuori della Bce“.
Legare gli incrementi salariali all’inflazione può essere pericoloso in quanto rischia di innescare una rincorsa al rialzo. Per questo gli aumenti tendono ad essere indicizzati a quella che si definisce “inflazione programmata”, indicata dal governo sulle base delle previsioni statistiche e regolarmente al di sotto dell’inflazione “vera”. Nella riunione del board dei governatori dello scorso ottobre i banchieri centrali hanno esplicitamente citato le esperienze degli anni ’70 quando “l’indicizzazione ha consentito ai salari di reagire ai prezzi dell’energia e quindi ha sostenuto sia la stagnazione che l’inflazione”. Non è comunque solo la Bce ad essere alle prese con le inquietudini dei dipendenti. Il governatore della Bank of England Andrew Bailey ha affermato che non aumenterà lo stipendio quest’anno e la maggior parte del suo personale riceverà aumenti solo dell’1,5%. Gli impiegati della banca centrale brasiliana sono addirittura scesi in sciopero per lamentare l’esiguità degli aumento. Il sistema adottato dalla Bce è valido fino al 2023 dopo di che si potrebbe aprire una discussione su possibili cambiamenti. Un portavoce della BCE ha rifiutato di commentare.