Il presidente della Repubblica francese è intervenuto al termine della Conferenza sul futuro dell'Europa, esperimento di democrazia diretta che ha coinvolto i cittadini degli Stati Ue. Quindi propone la nascita di un progetto di comunità europea più ampio e appoggia la revisione dei trattati (della quale vorrà già parlare nel prossimo Consiglio europeo). Ma 13 Paesi membri si schierano già contro: "Sconsiderato e prematuro"
Aiutare Kiev “perché Mosca non vinca”. Ma lavorare per “riportare la pace in Europa” e quindi per “il cessate il fuoco“. Quindi senza “umiliare” Mosca perché “non siamo in guerra contro la Russia”. Emmanuel Macron è intervenuto al termine della Conferenza sul futuro dell’Europa a Strasburgo e ha ribadito che sotto la sua leadership spingerà per “l’indipendenza e la sovranità dell’Unione europea“. Al centro del suo discorso naturalmente il conflitto in Ucraina e il ruolo che gli Stati europei devono giocare in questa fase di grande complessità. “Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire” e “dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà né con l’esclusione reciproca, e nemmeno con l’umiliazione'”. Un messaggio molto forte e rivolto agli Stati in guerra in questo momento, ma anche per il presidente Usa Joe Biden alla vigilia del suo incontro con Mario Draghi. “Affinché questa guerra possa concludersi”, ha detto, “abbiamo adottato sanzioni senza precedenti e abbiamo mobilitato mezzi umanitari, finanziari e militari come mai prima d’ora”, ha detto. “Non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la preservazione dell’integrità dell’Ucraina, per la pace nel nostro continente. Ma sta solo all’Ucraina definire i termini dei negoziati con la Russia. Il nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere un cessate il fuoco”.
Oggi 9 maggio si celebra la Giornata dell’Europa e non a caso è stata scelta come giornata per presentare le 49 maxiproposte elaborate durante l’esperimento di democrazia diretta che ha visto coinvolti tutti gli Stati Ue. Dalle assemblee è emersa la richiesta di “modificare i trattati” e quindi rivedere il sistema del voto all’unanimità. Una proposta che è stata sostenuta oggi sia da Ursula von Der Leyen che dallo stesso Macron: il presidente francese ha detto che intende intavolare una discussione a tal proposito già nel prossimo Consiglio europeo di giugno. Sempre a proposito di riforme, il capo dell’Eliseo ha anche invocato la nascita di “una comunità politica europea più ampia” che possa coinvolgere gli Stati a prescindere dal completamento del processo di adesione Ue. Intanto però, un gruppo di 13 Paesi Ue (Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia) ha sottoscritto un non-paper (documento informale) e si è schierato contro la revisione dei Trattati: “Sarebbe sconsiderato e prematuro”.
L’obiettivo Ue secondo Macron: “Che l’Ucraina possa resistere e che Mosca non vinca” – Quindi, ha continuato, “qual è il nostro obiettivo davanti alla decisione unilaterale della Russia di invadere l’Ucraina e attaccare il suo popolo? Porre fine a questa guerra il più rapidamente possibile, fare di tutto affinché alla fine l’Ucraina possa resistere e la Russia non vinca, preservare la pace nel resto del Continente europeo ed evitare qualsiasi escalation”. “La libertà e la speranza per il futuro hanno il volto dell’Ue. È in nome di questa libertà e di questa speranza che continueremo a sostenere l’Ucraina”.
La proposta “dal basso” per una revisione dei trattati e contro lo strumento dell'”unanimità”– Macron, come prima di lui anche la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen, ha anche spinto sull’importanza che siano rivisti i trattati e modificati i meccanismi di decisione. “Le avanguardie, le opinioni diverse sono sempre state il volano della crescita dell’Europa, ma negli ultimi anni penso che la necessità di decidere a 27 abbia rallentato questo impegno”, ha detto il presidente francese. “I capi di Stato e e di governo non si riuniscono mai come eurozona, e questo è sbagliato. L’Europa a più velocità esiste già. Non dobbiamo escludere nessuno ma non dobbiamo neanche lasciare che pochi blocchino tutto”. Von der Leyen poco prima aveva sostenuto la proposta arrivata anche dagli stessi partecipanti alla Conferenza: “Sarò sempre dalla parte di coloro che vogliono riformare l’Ue per farla funzionare meglio“, ha dichiarando indicando di voler lavorare in questa direzione “senza tabù e senza alcuna linea rossa ideologica”. “Ho sempre sostenuto che il voto all’unanimità in alcune aree chiave” della politica europea “semplicemente non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente”. Una linea tenuta anche dallo stesso Macron che è necessario che l’unione degli Stati si muova con maggiore efficienza e che impari dai propri errori: “Abbiamo combattuto il Covid con scienza, democrazia ed efficacia”, ha detto. “E’ questa l’Europa di cui dobbiamo essere orgogliosi. Di fronte alla crisi finanziaria, 15 anni fa, abbiamo reagito troppo lentamente, ci siamo divisi, non abbiamo dato risposte politiche. Di fronte alla pandemia e alla guerra abbiamo dimostrato il contrario. Dobbiamo essere fieri di queste scelte di efficacia, senza cui oggi non saremmo qui a raccontarcelo'”, ha aggiunto. “Essere efficaci significa rispondere in maniera compatta senza lasciare indietro nessuno. E per fare questo sarà necessario riformare i Trattati”. Macron ha anche dato dei tempi precisi e ha detto di voler avviare la discussione per avviare una convenzione per la modifica dei Trattati già nel prossimo Consiglio europeo di giugno.
Macron propone di creare una “comunità politica” più ampia – Per quanto riguarda invece l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, Macron ha ammesso che il processo richiederà molto tempo ancora: “L’Ucraina con il cuore è già membro della nostra Unione ma anche se domani le concediamo lo status di candidato, ed è ciò che auspico, sappiamo tutti che l’iter per l’adesione richiede diversi anni, anzi decenni, e bisogna dirlo con sincerità. Non possiamo rinunciare ai principi che sono le fondamenta di questa Europa”. Per questo Macron ha fatto una controproposta: “Dal punto di vista politico l’Europa è più ampia dell’Ue” e “la sfida storica che ci attende oggi” è quella di “creare una comunità politica europea, un’architettura europea nuova che consentirebbe alle nazioni democratiche europee che aderiscono ai nostri valori di trovare un nuovo spazio di cooperazione politica e di sicurezza in materia di energia, trasporti, investimenti, infrastrutture, libera circolazione e giovani. Ciò non impedirebbe future adesioni all’Ue”.
La conferenza sul futuro dell’Europa: 49 maxiproposte – La chiusura della Conferenza sul Futuro dell’Europa si è svolta a Strasburgo, alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron e delle presidenti della Commissione Ursula von der Leyen e del Parlamento Europeo Roberta Metsola. La Conferenza ha prodotto un documento con 49 maxiproposte per il futuro dell’Europa, ciascuna composta da una serie di sottoproposte, per un totale di diverse centinaia. Si è trattato di un esperimento di democrazia partecipativa a cui hanno preso parte 52.346 cittadini sulla piattaforma online e 800 cittadini nei quattro panel tematici. Tra le altre cose si chiede il superamento dell’unanimità per le votazioni in Consiglio in materia di politica estera e di sicurezza, che dovrebbero avvenire a maggioranza qualificata. Non partecipa il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che tuttavia presiede un’istituzione non legislativa, che ha poteri di indirizzo politico. “Spetta alle nostre istituzioni assicurare un seguito a queste proposte, definendo delle priorità, con audacia, ma senza tabù”, ha detto per la presidenza francese del Consiglio il segretario di Stato agli Affari Europei Clément Beaune. “Il 9 maggio a Mosca c’è una parata di armi e carri armati, mentre qui a Bruxelles i leader esprimono la loro rinnovata fede nel progetto europeo: questa è la differenza tra di noi”, ha detto invece l’eurodeputato belga Guy Verhofstadt, uno dei copresidenti della Conferenza.