Alqueva Floating Photovoltaic sarà funzionante a partire da luglio, scrive la Reuters: fa parte del piano del Paese iberico di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati, visto l'aumento dei prezzi avvenuto a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina. Occuperà, in estensione, l'equivalente di quattro campi da calcio
In Portogallo sarà realizzato l’impianto fotovoltaico galleggiante più grande d’Europa: l’Alqueva Floating Photovoltaic è in fase di costruzione nel bacino della diga idroelettrica Alqueva – nel Sud Est del Paese, non lontano dal confine con la Spagna – e l’obiettivo è quello di renderlo funzionante a partire dal prossimo luglio. A scriverlo è l’agenzia internazionale Reuters, aggiungendo che l’impianto sarà costituito da oltre 12mila pannelli solari che equivalgono, per estensione, a quattro campi da calcio.
Costruita sul più grande lago artificiale dell’Europa occidentale, l’isola galleggiante fa parte del piano del Portogallo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili importati, visto anche l’aumento dei prezzi avvenuto a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. I pannelli solari saranno capaci di fornire elettricità a 1500 famiglie, o in alternativa produrranno un terzo del fabbisogno delle città di Moura e Portel. Impianti di questo genere, costituiti da pannelli solari montati su pontoni nei laghi o in mare, sono stati installati in diversi luoghi del mondo, dalla California agli stagni industriali della Cina, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2. I pannelli galleggianti hanno costi di materiale particolarmente conveniente, soprattutto quelli utilizzati sui bacini per l’energia idroelettrica in quanto possono essere “attaccati” ai collegamenti esistenti alla rete elettrica. L’eventuale energia in eccesso, generata nelle giornate di sole, viene utilizzata per “pompare acqua nel lago per poi essere immagazzinata per l’uso nelle giornate nuvolose o di notte”.
Miguel Patena, direttore del gruppo Edp – responsabile del progetto – ha dichiarato che l’elettricità prodotta dal parco galleggiante, con una capacità installata di 5 megawatt (MW), costerebbe circa un terzo di quella prodotta da un impianto a gas: nello specifico, i pannelli del bacino idrico di Alqueva, utilizzati per generare energia idroelettrica, produrrebbero 7,5 gigawatt/ora (GWh) di elettricità in un anno (integrati da batterie al litio per immagazzinare 2 GWh). E la EDPR ha già pianificato di aumentare le dimensioni dell’impianto: ad aprile si è assicurata il diritto di costruire un secondo parco galleggiante con una capacità installata di 70 MW. Per la società, il progetto Alqueva fa parte della strategia “per diventare ecologici al 100% entro il 2030“: “Questo progetto è un chiaro esempio di creazione di valore attraverso l’ibridazione di tecnologie rinnovabili e l’ottimizzazione della connessione alla rete. Il successo rafforza il nostro profilo di basso rischio e la strategia di crescita basata sullo sviluppo di progetti competitivi con visibilità a lungo termine, favorendo l’accelerazione della transizione energetica e la decarbonizzazione dell’economia”.