“Mi ha detto brutta lesbica di m…, poi calci e pugni fino a farmi rotolare giù dalle scale“: è il racconto di Claudia Cecconello, 53 anni, aggredita e insultata da un vicino di casa per il suo orientamento sessuale in un palazzo del quartiere Cristo di Alessandria. “Alla violenza fisica si sono aggiunte le discriminazioni, non ci sto più” ha detto la vittima, che intende sporgere denuncia per l’accaduto. “Ho chiesto alla polizia di accompagnarmi a casa, per recuperare alcuni effetti personali e i miei animali. Poi col mio avvocato andrò fino in fondo”. Dopo l’aggressione, la 53enne è stata ricoverata in ospedale per le lesioni subite mentre rientrava a casa.
Stefania Luce Cartasegna dell’associazione Lgbtqia+ “Tessere Le Identità” ha espresso la vicinanza di tutta l’associazione alla vittima, “nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che l’Italia si renda consapevole delle sue mancanze prima di diventare responsabile di questi fatti”. “Stiamo parlando di OMOTRANSFOBIA, di quella radice tossica che ancora infesta le nostre comunità”, ha scritto in un post su Facebook. E ha ricordato che “sono 191 le vittime di omofobia nel 2021, tra cui 53 aggressioni singole, 49 aggressioni plurime, 2 omicidi, 5 suicidi indotti di cui 2 salvati in extremis e 82 atti diversi. Più di una ventina dall’inizio dell’anno senza pensare a tutti quei casi che non vengono denunciati per paura di ripercussioni”. Alla luce di questi numeri, ha concluso Cartasegna, è “vergognoso che non sia ancora stata approvata una legge contro l’omotransfobia. Tutto ciò è avvenuto nella nostra cara Alessandria, che nel 2019 durante il Pride ha accolto più di 5.000 persone e che si prepara al 25 giugno per festeggiare una Giornata all’insegna dell’uguaglianza, contro ogni forma di discriminazione“.